domenica 24 luglio 2011

Ipotesi di squadra

Facendo un pò di fantamercato:
Boruc
(Neto)
De Silvestri  Gamberini      Nastasic     Santon
   (Romulo)     (Camporese)  (Kroldrup)  (Pasqual)
Behrami      Arouca          Aquilani       Vargas
(Lazzari)     (Munari)        (Kharja)       (Ljiaic)
Gilardino     Jovetic
   (Floccari)    (Paloschi)
Se tra dieci giorni la "ritrovassi" così io sarei contento e un piccolo granello di ottimismo (in attesa di recuperare l'entusiasmo vero) sarebbe ritrovato. Voi che ne pensate?

sabato 23 luglio 2011

Bye Black Amy

“Morta Amy Winehouse. È la prima volta che risulta prevedibile” con questa frase, Frank Hi NRG, ha commentato la scomparsa improvvisa della cantante inglese. Improvvisa nei tempi ma probabilmente non nei modi, come a dire che " IL DESTINO HA LA SUA PUNTUALITA' " ed anche per la cantante più controversa degli ultimi anni ha dato prova di sè. 27 anni come Cobain, Henrix e Morrison che pieni di un talento unico l'hanno "anticipata" in una morte prematura e dai contorni neri. Certamente controversa ma talentuosa. Molto talentuosa. Pur non rientrando nelle mie preferenze musicali, il suo modo di cantare ed i suoi pezzi non mi sono mai passati inosservati per le sue interpretazioni passionali ma anche in alcuni tratti dolcemente sensuali. Non so se condivido a pieno quanto letto sul Fatto sulla sua scomparsa e sulla domanda "sarebbe stata così speciale se non fosse stata così autodistruttiva?" so invece che condivido l'idea che "spesso l'esistenza di noi umani è diversa da quella che immagina Giovanardi" e la voglia di non ascoltare e commentare le frasi di chi si è già lanciato in un "se l'è cercata" "non si meritava di meglio" o simili. 
Per questo mi piace invece pensare che le siano bastati 27 anni per rimanere nelle emozioni di molti, molto più a lungo della sua breve permanenza tra di noi. 
BIGNAMI: bye Amy....

giovedì 21 luglio 2011

Per non dimenticare Genova

Oltre al quasi ventennale dalla morte di Borsellino, in questi giorni, dieci anni fa, accadevano fatti che ancora oggi sono e restano misteriosi per molti aspetti. Oltre al "quando questa merda intorno sempre merda restera’" che mi pare ovvio e spontaneo farmi  venire alla bocca, molti degli interrogativi che mi pongo su quei giorni sono racchiusi e descritti molto bene segnalo nell'articolo del Fatto Quotidiano relativo proprio a questo decennale. Sto parlando dei fatti avvenuti durante il G8 di Genova. Ricordo così nitido nella mia memoria che sono rimasto molto sorpreso quando ho realizzato che si comincia a parlare di qualcosa accaduto un decennio fa. Ricordo le consultazioni su internet, le radio che trasmettevano le notizie, il caldo nella vecchia sede dove all'epoca facevo l'obiettore, la preoccupazione per persone a cui tenevo particolarmente e sapevo al G8, la rabbia per non essere lì con loro ma lontano km pur se vicino con la testa e con il pensiero (frase che si dice troppo spesso ma che evidentemente aveva una solida base di verità se così a distanza di tempo ricordo come profondamente sincera) e l'incredulità una volta tornato a casa nel vedere le scene in TV. Lo strazio nel vedere quelle violenze. I brividi di puro orrore all'inquadratura di Carlo Giuliani disteso in terra e morto. L'orrore nell' "ammirare" quelle manganellate date a persone inermi o a manifestanti che di violento non avevano niente (persone anziane, donne con mani alzate, giovani dal terrore sul volto rannicchiati in terra). Una vera e propria macelleria sociale, purtroppo solo una piccola premessa dello schifo compiuto alla Diaz nella notte o nella caserma di Bolzaneto. A dieci anni di distanza "Nessun esponente del governo e delle forze di polizia dell’epoca, in questi dieci anni, si è assunto la minima responsabilità per quello che è accaduto. Nessuno ha mai chiesto scusa alle vittime innocenti." come scrive il Fatto Quotidiano e non solo. Ma Polizia e forze politiche (di destra e di sinistra) hanno fatto quadrato intorno alle Forze dell'Ordine ed ai loro esponenti dirigenziali quando inchieste, indagini o sentenze hanno cominciato a squarciare il velo di omertà sulle enormi violazioni dei diritti che in quei giorni si sono accumulate, a questo proposito vi segnalo l'articolo di Micromega che mette un pò le cose in fila a tal proposito.
Ovviamente non tutte le Forze dell'Ordine agirono così. Ma in molti sì. Ed io di loro non voglio "perdere traccia". Di quello che hanno fatto voglio tenere memoria. Per non dimenticare, MAI. In questi giorni, i nervi sono più scoperti. La rabbia corre più veloce sul filo delle considerazioni. Lo schifo è più presente nelle immagini della nostra memoria. L'acido ha stanza quasi costante nel nostro stomaco. In un attimo di "fuga" da tutto questo mi piace rivolgere un pensiero a Carlo Giuliani, a chi è stato bastonato solo perchè manifestava, alle vittime innocenti dell'assalto alla Diaz, a chi continua a cercare la verità di quei giorni, a chi non si vuole arrendere allo schifo di quelle immagini. Un pensiero GRANDE, depurato dalla rabbia per quei momenti di dieci anni fa.
BIGNAMI: certe cose è bene ricordarle costantemente, perchè nessuno voglia farle cadere "in prescrizione"....

mercoledì 20 luglio 2011

Un uomo di Stato

Vola il tempo e lascia la sua scia sempre più leggera quasi a non far pesare il suo incedere. Ma in certi momenti rallenta, si ferma e diventa dannatamente "pesante". Ho cercato in tutta la giornata di ieri le parole giuste per non far passare la giornata dell'anniversario della morte di Borsellino senza un segno. E non ci sono riuscito. Ho riletto quello che ho scritto l'anno scorso ed ho provato lo stesso senso di rabbia ed impotenza di fronte a questa fine così tanto annunciata e così tremendamente oscura diciannove anni dopo via d'Amelio. "OGNI TANTO NON CI PENSI" a quello che ha significato Borsellino ed il suo omicidio, ma quando ci rifletti un attimo non puoi non sbalordirti di fronte alla sua grandezza ed al relativo ed opposto schifo di chi quel giorno ha fatto esplodere via d'Amelio e di chi dietro a quella esplosione si è da sempre nascosto. 
Il senso di difficoltà nel pensare a tutto il coraggio con cui Paolo Borsellino è andato incontro alla codardia della mafia non abbassando mai la testa, è pari solo allo smisurata stima che si può nutrare per un uomo di Stato come lui. Difficoltà che provo oggi invece nel trovare stima vera per tanta gente che non riesce a farsi permeare dello spirito di Borsellino. Ieri come sempre c'è stato il carosello delle presenze e delle dichiarazioni alle celebrazioni dell'anniversario della scomparsa di Paolo. Carosello con le più alte cariche a dichiarare che la politica deve sciogliere ogni dubbio su eventuali legami tra mafia ed istituzioni o referenti e politici. Sarebbe bello, sarebbe il vero modo di onorare la memoria di Borsellino...e non solo. Magari cominciando da oggi. Chissà se già oggi Camera e Senato proteggeranno due loro appartenenti negando l'arresto per i casi Papa e Tedesco oppure concederanno ai giudici di fare il loro lavoro senza "protezioni di Casta". E chissà, ad esempio, se le parole di Napolitano, Fini e Schifani, che così lodevolmente si sono esposti oggi in moniti a favore di ogni risoluzione netta per i casi di sospetta vicinanza tra mafia e politica, fossero anche di autocritica per aver permesso a noti politici di definire "eroe" un mafioso acclarato e "subnormali" i giudici che indagano anche su questi rapporti senza intervenire con la forza, la decisione, il carisma e la fierezza proprie dello sguardo di Paolo Borsellino. nel pronunciare una frase da scolpire in ogni luogo "politico":
"Bisogna trarre le dovute conseguenze tra certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi. Invece ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza: cioé quest'uomo non è mai stato condannato e quindi è un uomo onesto".
Magari ieri è stato un nuovo inizio, sarebbe bello sperarci. Troppo difficile per il momento crederci.
BIGNAMI: ciao Paolo, speriamo che questo Paese si ricordi sempre di provare ad essere degno di te.

lunedì 18 luglio 2011

Lacrime e Brividi

Da dove cominciare? E' un bel problema. Chi mi conosce si aspetta il post che sto per scrivere, e visto che il blog è quasi a "lettura familiare" praticamente tutti i lettori sanno che un post su CampoVolo 2.0 non può mancare. La difficoltà a questo giro è racchiudere tutto in qualcosa che non vada oltre la lunghezza della Divina Commedia e cercare di far passare qualcosa del cocktail di sensazioni ed emozioni di sabato scorso. Ad un evento del genere non potevo mancare, Liga ha chiamato a raccolta e non si poteva dire "ho da fare".
Tornare per il poeta a CampoVolo era un pò come sfidarsi. Inutile negarlo, la volta precedente è passata alla storia per i 180.000 presenti ma il flop per l'acustica fu pesante. Lo dice uno che venera Liga e che era tra i fortunati che comunque sia riuscirono a "sentire" il concerto.
Un flop annacquato dai numeri da record ma comunque sia un flop. A questo giro scenario diverso. Un solo palco rispetto ai quattro dell'altra volta (effettivamente un pò troppo difficili da gestire), numero di biglietti sotto controllo ed organizzazione molto più curata. Ed il risultato onestamente è stato totalmente diverso. Il concerto si è trasformato in evento: dalla "tendopoli", alla struttura allestita per "alleggerire" l'attesa, alla condivisione su internet di scalette ed accessi per la zona fan. E quest'ultima ha sicuramente fatto svoltare il "mio" di evento.
Entrare nella zona appositamente lasciata ai più incalliti seguaci del poeta è stato un colpo, vedere il palco a pochi metri...riuscire a vedere in volto i tecnici degli strumenti mi ha fatto venire i brividi a pensare a cosa sarebbe successo all'attacco di Luciano. Infatti. Brividi e, non lo nego, quasi lacrimuccia al video di presentazione dell'evento e soprattutto all'attacco di "questa è la mia vita" che ha aperto. "LACRIME E BRIVIDI" che hanno accompagnato il concerto in vari punti ed in vari momenti. Come più volte mi sono trovato a guardare il palco, la passerella e gli oltre centodiecimila persone che stavano dietro di noi e dire a Gabry "Non ci credo, ma siamo davvero a Campovolo?" perchè pensare di essere in, più o meno in decima/quindicesima fila è da non credere.
Riuscire a vedere Liga in faccia mentre cammina sulla passerella senza schermi non era pensabile nemmeno ai più ottimisti, riuscire a contare i bottoni della sua camicia poteva sembrare soltanto una battuta.....ed invece così è stato. Ed allora tutto si è amplificato (come per fortuna l'audio che a questo giro sembra non aver fatto brutti scherzi), dalle emozioni alla bocca dello stomaco alla voglia di urlare ogni parola di ogni canzone, dagli abbracci al compagno di viaggio ai salti nel poco spazio vitale. Tre ore non raccontabili, non immaginabili. Strano. Da CampoVolo 1.0 che posso definire il più brutto dei concerti del Liga (zingarata esclusa, che invece resta memorabile) visti a questo che fa pensare l'esatto contrario (anche se è un bella lotta con SanSiro 2002 e con la Flog di tre/quattro anni fa tanto per citare i primi due che mi vengono in mente).
Scaletta che, senza "l'obbligo del nuovo cd" in uscita e con la presenza delle diverse band che lo hanno accompagnato in questi 20 anni, ha spaziato in lungo ed in largo soffermandosi su alcuni pezzi quasi inediti per un concerto: "anime in plexiglass", "figlio di un cane" e la mia "i duri hanno due cuori".
La presenza di una luna piena e luminosa, nella mia traiettoria visiva, proprio a far da "lampione" a Liga e Mauro Pagani durante "piccola stella senza cielo" e "buonanotte all'Italia" ha reso tra il romantico e lo struggente le esecuzioni, così perfettamente realizzate da dire "ok, ho visto tutto" e praticamente impossibile senza lacrime e brividi veri "il giorno di dolore che uno ha" che non è mai stata così "dura" da ascoltare, tanto da riproporre ancora lo stesso effetto ora che ci ripenso.
Questo solo per le perle regalate lungo la passerella che era ancora più vicina a noi del palco, perle concluse con "il peso della valigia" dove addirittura riuscivo a leggere il monitor posizionato ai suoi piedi.
Sul palco hanno poi dato il meglio di sè i soliti pezzi che in una scaletta da concertoLiga non potevano certo mancare: "vivo morto o X", "non è tempo per noi", "balliamo sul mondo", "urlando contro il cielo" solo per citare quelle che mi vengono alla mente immediatamente con "atto di fede" che vince il (mio) premio per la canzone meglio riuscita della serata
E poi tutto il resto: un palco che non finiva mai, schermi giganteschi che raddoppiavano, triplicavano ed oltre le emozioni che la chitarra del Liga riusciva a produrre, band che si alternavano e non notavi differenze di armonia o ritmo. Tanto che credo che la "frase del concerto" sia quella di Gabry, che dopo il nostro entusiasmo e l'ossigeno che marcava riserva su "tra palco e realtà" mi ha urlato: "Prima o poi ne farà anche una brutta, no?".
Il susseguirsi delle canzoni che vorresti non finisse mai e che invece si chiudono in quel "tacabanda" che da canzone ironica riesce a spiegare al meglio tante cose, molto più di un testo impegnato. Passerella ed inchini come da copione ed un personale inchino che faccio oggi io a chi ha allestito questo spettacolo. Tre ore volate via in una sfida con Campovolo che a questo giro Liga vince senza discussione in un evento così clamoroso da averlo ancora qui, ben presente nelle sue lacrime e nei suoi brividi.
BIGNAMI: come detto più volte, con Liga non sono un giudice obiettivo e comunque sia per me "va bene", però riconosco quando quel per me non è solo una passione personale ma oggettiva. CAMPOVOLO 2.0 è stato oggettivamente uno spettacolo. Se ci aggiungo tutto il resto dal viaggio, alla compagnia preconcerto, alla compagnia durante il concerto, al rientro in b&b con il bagno sbagliato, al risveglio per colpa di una bussata, alle emozioni ancora vive nella macchina il giorno dopo posso dire che diventa uno spettacolo difficilmente ripetibile. Un successo per Liga e per chi c'era a goderselo.

mercoledì 13 luglio 2011

C'è cordoglio e cordoglio...

Alla lettura dell' articolo del FQ sul quarantesimo morto italiano in Afghanistan per la cosidetta missione di pace (o "GUERRA GIUSTA" in base ai periodi ed alle circostanze) mi è venuta in mente una personale doppia sequenza di ieri sera. La condivisione totale alle parole della TV che annunciava le giuste parole di cordoglio del Presidente della Repubblica per la morte sul lavoro del nostro militare e una domanda leggendo l'osservatorio mensile della rivista di Emergency intitolato "l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". Quale domanda? Me lo sono "perso" io, oppure per i 53 morti sul lavoro citati dalla rubrica di "E" per il periodo maggio-giugno non c'è stato nessun messaggio.....ed anche poco cordoglio?

domenica 10 luglio 2011

Cannavaro ritirato? Sempre troppo tardi!!!

Distrattamente leggo: "Oggi dà l'addio al calcio un grande calciatore ma soprattutto un grand uomo". Ed allora mi soffermo a pensare. O chi può essere? Smetto di leggere quasi sfidandomi di trovare chi può essere. Ma quello che trovo "E' SOLO BUIO PESTO". Quindi continuo nell'articolo e leggo che si parla di Fabio Cannavaro. Ecco, il grande uomo. Quello che con la squadra della sua città e del suo cuore in difficoltà ha lasciato Napoli dichiarandosi costretto a farlo per colpa della situazione finanziaria della società nonostante la sua napoletaneità profonda, quello che si filmava mentre si innietava una flebo di nonsisacosa prima di una finale di CoppaUefa, quello che per andare via dall'Inter chiedeva suggerimenti al direttore sportivo della Juventus che sbeffeggiando Facchetti gli diceva di fingersi malato, quello che nel pieno di Calciopoli da capitano della nazionale mandava messaggi di vicinanza a Moggi dicendo certo della sua innocenza, quello che appena la Juve è andata in B da vero capitano.....è andato a Madrid dichiarando "al Madrid non si può dir di no", quello che da Madrid dichiarava "Gomorra dà una cattiva immagine nel mondo di noi napoletani", quello che appena tornata la Juve in A (e col Madrid che non poteva più vederlo nemmeno in foto) è tornato dichiarandosi juventino da sempre, quello che era risultato positivo all'antidoping ma per colpa solo di una puntura di ape (...), quello che si definiva "uomo vero perchè convinto che la vera famiglia fosse SOLO quella tra un uomo ed una donna", quello che di recente è stato sentito dai giudici napoletani perchè in un giro di affari con un accusato di camorra.
Questo il "grande uomo" che si è ritirato dal calcio. Come si può dare del grande uomo ad uno così? Questa la mia domanda. Poi ho visto chi ha rilasciato la dichiarazione: Marcello Lippi ed allora ho sorriso e detto "AH!!!". Ora tutto è chiaro. Sarebbe come se Fede annunciasse il ritiro dal giornalismo di Ferrara con "un grande giornalista ma soprattutto un grande uomo". :-)
BIGNAMI: ma questa gente 'un si vergogna nemmeno un pochino? Mah....

venerdì 8 luglio 2011

Testimone di un GRAN successo

Premessa: sarò maledettamente smielato, strano lo so, ma ogni tanto capita anche a me. Se qualcuno non ci si riconosce (o non mi ci vede in questa veste...) mi spiace ma non posso fare diversamente. : - ) 
Dieci anni e mezzo fa qualcuno mi concedeva un lusso enorme. Quello di chiedermi di mettere una firma che valeva (e vale tutt'ora) davvero molto, una firma pesante e con un significato speciale. Così tanto importante che sembra un paradosso dire che in realtà quella firma veniva messa su qualcosa che in realtà di firme non aveva bisogno. Una firma che "testimoniava" un unione che non aveva bisogno di testimoni. Era (ed è) sufficiente quello che da sempre Pi è per l'Ire e l'Ire è per Pi. Ed è un paradosso pensando alla quantità di persone che quella firma e quella testimonianza l'avrebbero messa (e la metterebbero tutt'oggi) ad occhi chiusi. Curioso che questo paradosso si ripeta anche pensando a come doverli descrivere.
Perchè l'Ire e Pi hanno dalla loro la semplicità e la specialità di essere noti. Nel loro amore, nella loro complicità, nel loro essere coppia. Un legame talmente "forte" da correre il rischio di diventare scontato se non fosse così tanto speciale.
Certo così sembra il racconto della famiglia del Mulino Bianco e non è così perchè la vita ci mette davanti gli ostacoli che gli spot televisivi non prevedono, le incomprensioni che una relazione comunque non fa mai mancare, le difficoltà che tutti dobbiamo sopportare ed affrontare. 
Ed anche per l'Ire e Pi questi lati meno "dolci" ci sono stati e come tutti li hanno dovuti mescolare con la parte più felice del loro matrimonio. Uscendone magari segnati o modificati ma mai cambiati nel senso "peggiore" del termine. Anzi più uniti e più rafforzati. Ed allora ancora ieri dopo dieci anni esatti, ogni volta che l'Ire guardava Pi era come se gli dicesse "PIU' TI GUARDO, PIU' MI MERAVIGLIO" e quando Pi guardava l'Ire era come se dicesse "CHI TI HA DATO TUTTA LA DOLCEZZA TI VOLEVA BENE", per poi incrociare i loro sguardi e dirsi  "NEMMENO UN BACIO CHE SIA STATO MAI SPRECATO NEMMENO UN GESTO COSI' TANTO PER COSI'".   
Per chi c'era ieri dopo dieci anni, la sensazione che il tempo si fosse fermato era tremendamente forte: stesso posto, stessa gioia, stessi sguardi, stesso amore. E per me, lo stesso enorme e smisurato orgoglio per aver messo quella firma il sette luglio di dieci anni fa. 
BIGNAMI: DIECI ANNI SPECIALI: AUGURI SPOSINI !!!

martedì 5 luglio 2011

Consigli per gli acquisti

Vista la super campagna acquisti che per ora (speriamo solo per ora) sta mettendo su il buon Pantaleo da Vernole, mi concedo il lusso di giocarci un po' sù ed allora mi immagino prendere forma il nuovo tridente nel 4-3-3 di Sinisa. Un'ala veloce per i dribbling ed i cross, un centravanti di peso ed una seconda punta col fiuto del gol.
Et voilà il gioco è fatto:
CRISTIAN LLAMA (CATANIA) -  Ala veloce dal sinistro velenoso
TOMAS DANILEVICIUS (LIVORNO) - Centravanti potente per dare  chili e centimetri all'attacco
SALVATORE BRUNO (SASSUOLO) - Punta rapida e scattante buona per l'area di rigore ed il contropiede
Nonostante l'alcool a questo giro non sia colpevole, credo di essere andato un pò "TROPPO IN LA'" con fantasia....ma secondo me qualche soddisfazione potrebbero darcela, a me personalmente sembra già di vederli esultare dopo un gol qualificazione....potenza dell'immaginazione o della "tecnologia"...solo il Capo potrebbe dirlo!!! Magari solo colpa del caldo!!! : - )
BIGNAMI: post che magari può risultare misterioso, ma sicuramente non per tutti....almeno uno sicuramente capisce il messaggio e questo mi basta! E poi sono convinto che tra i lettori del blog qualcun'altro si ricorda di qualche mio post vecchio.....dove Papa Waigo regalava la vittoria....

domenica 3 luglio 2011

NO alla violenza....ma anche NO TAV !!!

Non conosco tutti i pro ed i contro delle posizioni di chi manifesta contro le opere della TAV in Val di Susa e sicuramente sono contro ogni forma di violenza e quindi chi passa o è passato dalla protesta alle vie di fatto non può avere il mio "bravo". Ma in questa vera e propria guerra che si è scatenata in Val di Susa non credo si possa limitare l'analisi alla frase "i manifestanti hanno esagerato e sbagliato" così come altrettanto semplicistico liquidare il tutto dando la colpa al solito Beppe Grillo ed alle sue frasi. "Qui manifestano degli eroi" ha dichiarato il comico/politico genovese che si riferiva al movimento popolare che si è mobilitato contro il progetto dell'alta velocità. Ovviamente è stata interpretata come un'ode ai violenti. 
Dal Pdl al Pd fino al terzo polo del sempre illuminato Casini, il primo a salire alla ribalta per le sue considerazioni. Ok Beppe Grillo è quello violento e gli eroi sono i poliziotti come dice l'illuminato politico i cui pensieri troppo spesso assomigliano al suo cognome. Mi piacerebbe chiedergli cosa ne pensa dei pensionati caricati o dei lacrimogeni non a norma sparati ad altezza uomo sulla folla, ma non perderò tempo. Mi sarebbe piaciuto che il Pd, "SECONDA ATTRAZIONE DEL CIRCO" delle dichiarazioni di condanna da MOLTO lontano, oltre che prendere la distanza dai violenti dicesse qualcosa anche su questa immensa opera che la popolazione, TUTTA, non vuole. "Il partito delle persone che non ci stanno" come Bersani più volte ha definito il Pd (Bersani il politico anche se sembra un testo del Bersani cantante) ha deciso di non ascoltarle le persone che non ci stanno. Tutte le volte che ho provato a capirci di più sul NO-TAV ho letto cifre, motivazioni, sensazioni ed emozioni della popolazione contraria ed un generico "ci avvicina al mondo in maniera più veloce" da parte di chi è favorevole. Sembra limitativo ma è così. Non ho sentito contro-deduzioni sui fatti dalla parte di chi vuole la TAV. Quella stessa che oggi contesta le violenze, non potendosi il dubbio che quello che stanno facendo è violenza "fisica" su paesaggio e sulla popolazione. Quella stessa parte che accusa i manifestanti ma non pone nessun dubbio sulle forzature e sugli eccessi delle forze dell'ordine, che hanno sempre encomi "a prescindere". Ecco, parlare da Firenze è facile lo so, ma vedendo tutto quello che è successo non mi piace fermarmi alla condanna della violenza (che per me è NETTA e valida sempre e comunque, tanto per non creare equivoci) o alla condanna di Grillo che non premette (cosa che avrebbe dovuto fare) la sua contrarietà totale alla violenza. Mi piacerebbe si riflettesse sui motivi della contestazione GLOBALE di un territorio vasto e di certe violenze che a volte arrivano da chi la violenza la dovrebbe evitare. Ecco, se ogni tanto anche il nostro Camomillo Napolitano si ricordasse nei suoi monito(R) standard di citare anche questi argomenti darebbe un segnale che tutte le voci (eccetto quelle violente) sono da ascoltare. Pensiero banale ma che ancora stasera non ho sentito fare.
[Alla faccia dei Casini&Bersani vari, Grillo ha confermato con chiarezza quello che già era chiaro a chi non era in malafede come i suddetti soloni della politica italiana. "Eroi sono i valsusini, i black bloc sono da trovare ed arrestare". Per chi lo segue da un pò di tempo era chiaro il pensiero e che la definizione di eroi fosse per la popolazione manifestante, ma sempre meglio puntualizzare su queste vicende (come scrivevo nel post ieri) altrimenti prendono la palla al balzo per considerarti "violento estremista". Chissà se risolto questo tremendo problema qualcuno pensare di affrontare anche il nodo centrale: la TAV ed il suo impatto sul territorio.] 
BIGNAMI: violenza da condannare sempre e comunque, ma in Val di Susa c'erano a manifestare pensionati, sindaci e famiglie vogliamo parlare ANCHE di loro? GRAZIE!

sabato 2 luglio 2011

Massa estiva

Quando "IN FACCIA HAI IL RIFLESSO DI UN" ricordo legato ad un'immagine o un sorriso di un piccolo viaggio appena passato....creare la cartella "foto" può essere d'aiuto ad assecondare il ricordo...


QUATTRO PASSI CHE VALGONO LA "SALITA"
 
IL NOSTRO PUNTO DI RELAX

UNA CAPATINA AL MARE
 
UN OTTIMO PUNTO DI RISTORO
 
IMMERSI NEL VERDE
 BIGNAMI: Massa Marittima e dintorni....