venerdì 19 aprile 2013

Non mi mancherà

Kiave di lettura n° 27

Tra un monito e l'altro, i suoi sette anni sono passati e Giorgino ha fatto le valigie. Del sostituto e delle menti eccelse che hanno condotto/stanno conducendo le trattative per l'indicazione di rose e candidati alla sua sostituzione ne scriverò magari un'altra volta, anche perchè al momento il nome del successore ancora non c'è. Questa Kiave di lettura quindi voglio dedicarla interamente a Giorgio Napolitano ed al suo settennato. 
Da molte parti ho letto che più o meno formalmente è stato richiesto all'ex presidente della repubblica la disponibilità a candidarsi nuovamente. E questo secondo me denota il livello della nostra politica in maniera forse meno evidente di altri scandali o altre "porcate" ma dovrebbe essere illuminante.
A chi frequenta questo blog (sfortunati!!!) sarà certamente chiaro qual'è il mio parere sugli ultimi sette anni del Quirinale e quindi di Giorgino, e non posso certo cambiare opinione proprio adesso, anche perchè altrimenti dovrei cancellare molti post dal colore verdeacido a lui dedicati.
In Italia la rincorsa al (ri)basso e poi l'ingegno per cominciare a scavare una volta toccato il fondo è un pò un marchio di fabbrica del tricolore, ma questo non può autorizzare ad essere più leggeri nelle analisi. "Ringrazia che c'è Napolitano, ci fosse stato un altro Presidente della Repubblica amico di Berlusconi avresti pianto" spesso mi è stato detto. Non ci sto. Semplicemente no, perchè credo che questo sia il modo migliore per abituarci al peggio e considerarlo buono solo perchè non tragico
E' stato un presidente della repubblica che per molti ha fatto a pieno il suo dovere perchè ha fatto sentire spesso la sua voce per moniti (...) e per gli stessi "molti" ha rappresentato il porto sicuro e l'ancora a cui aggrapparsi; per me è stato una completa e totale delusione. 
E questo sarebbe un presidente da confermare? Per me resterà il presidente di mille errori e di tanti e troppi orrori. Quali? A memoria ed "a braccio" quelli che mi ricordo come indelebili:
--> le azioni internazionali di guerra autorizzate e fatte passare come missioni di pace in barba all'articolo 11 della Costituzione
--> le leggi ad personam per salvare Berlusconi palesemente incostituzionali firmate senza colpo ferire
--> le leggi sulle intercettazioni firmate senza moniti o altro e poi dichiarate incostituzionali 
--> il continuo richiamo a larghe intese che hanno portato a continui inciuci ed a derive di spartizioni
--> la completa e totale afonia da presidente del CSM rispetto agli insulti e le contumelie lanciate dagli esponenti del PDL contro i giudici e la magistratura (da tumore a mafiosi i giudici sono stati definiti in tutte le maniere dal Re e dai suoi scagnozzi e mai una dichiarazione ferma di condanna....)
--> la legittimazione delle offese suddette invocando un abbassamento dei toni generale, sia dei politici che dei giudici, facendo quindi passare per "sullo stesso piano" politici ingiuriosi e magistrati ingiuriati
--> la considerazione "Berlusconi deve aver garantito la possibilità di rappresentare chi l'ha votato" senza aggiungere "ma la legge è uguale per tutti" è una mancanza intollerabile che sembra portare in primo piano e come priorità quella del rispetto del voto anche a dispetto dei procedimenti giudiziali 
--> ricevere al Quirinale, legittimandoli quindi, parlamentari appena eletti che il giorno prima hanno occupato un tribunale della repubblica per salvare il proprio capo
--> la sempre ferma e legittima difesa delle Forze Armate in quanto comandante delle stesse (cosa però mai fatto per il ruolo di capo del CSM) ma la totale assenza di critica ugualmente ferma nei casi di abusi da parte delle stesse (Aldrovandi, Cucchi, Uva, Sandri, ecc. ecc.)
--> la deriva presidenziale inflitta al nostro ordinamento
--> i moniti anti M5S riservati in pieno conflitto con il ruolo "superpartes" invece sempre garantito a ReSilvio
--> la scelta e l'imposizione di Monti a senatore a vita per fargli gestire con pieni poteri un anno di traghettamento DICE utile a livello economico ma comunque almeno tragico dal punto di vista politico e sociale
--> la bombola di ossigeno sempre pronta per l'agonizzante Re (sorretta amabilmente anche dal Partito Debole) nei momenti peggiori: un mese di tempo per votare la sfiducia Fini, un anno di tempo dopo la caduta, il bollino di garanzia sul tentativo di svicolare dai processi
--> le posizioni anti verità prese per la trattativa Stato-mafia e per alcuni processi scomodi (ad esempio le inchieste di De Magistris)
--> la clamorosa presa di posizione e gestione del caso intercettazioni con Mancino, che in un paese mediamente informato avrebbe portato ad una richiesta di stato di accusa dello stesso presidente della repubblica 
--> la novità agghiacciante della creazione dei "dieci saggi" solo per far decantare la rabbia post-fallimento del giro di consultazioni ultimo
--> l'inserimento in questi dieci saggi di persone improbabili ed improponibili e la totale esclusione del genere femminile
--> le concessioni di grazia, non per processi lontani nel tempo e per persone ormai pentite o alla fine della loro pena e/o vita, ma per un giornalista come Sallusti (commutazione di pena) e per un colonnello USA condannato nel rapimento Abu Omar
Visto che poteva andare peggio ed esserci uno scagnozzo del Re, cosa dovevo fare rispetto a questo curriculum? Chiudere gli occhi? Avrei dovuto dire "COSA VUOI CHE SIA" di fronte a questi scempi?
In Italia, come detto anche prima, si rincorre sempre il peggio e molte volte si supera; probabilmente quindi mi ritroverò al suo posto anche qualcuno peggio di Napolitano che farà cose anche più colpevoli di queste; ci sta, in questo Paese ancora di più visto che è possibile tutto.
Quello che escludo è che Napolitano mi potrà mancare. Una delle poche cose belle di questo periodo politico è infatti proprio la fine del suo mandato. Se ne arriverà uno peggiore, dirò che ha ADDIRITTURA fatto peggio di lui, ma certamente non me lo farà rimpiangere.
Buona fine mandato Giorgio, a me come presidente certo non mancherai.

2 commenti:

  1. Ci credo che non ti mancherà, altri sette anni.
    Marco

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