venerdì 13 settembre 2013

Un Atletico da non perdere

Kiave di lettura n° 48

Dopo una kiave di lettura che andava sul sicuro con Jo Nesbo non poteva mancare un libro più "a scatola chiusa" di quelli su cui il giudizio non è minimamente influenzato dalla conoscenza dell'autore, da eventuali "precedenti" o da giudizi ascoltati da altre persone ma si forma solo ed esclusivamente grazie alla lettura di quel libro. Questo è il caso del libro di cui vi scrivo oggi.
MARCO MARSULLO - "Atletico Minaccia Football Club" - Einaudi 
A volte mi lascio tentare dal bancone della Feltrinelli che recita "scelti per voi", dove di solito vengono messi libri consigliati e non proprio di quelli che solo per il loro nome o autore hanno la loro notorietà ed i loro "acquirenti"
Quando ho visto la copertina e la giovanissima età dello scrittore, questo libro mi ha fatto da subito simpatia, accentuata poi dall'argomento descritto brevemente nella quarta di copertina. A questo giro avevo bisogno di qualcosa che in previsione "smorzasse" la lettura ed i postumi di "un" Saviano che mi aspettava con il suo ZeroZeroZero e che quindi doveva avere come premessa la leggerezza.
Ho scelto questo perchè abbinava anche l'argomento calcio che per me non poteva passare inosservato. Il libro prende spunto dalla presenza di una passione smodata per il gioco del calcio (e da autore di "Una passione da 10" non potevo rimanere insensibile al richiamo...) per descrivere una stagione di una squadra dilettantistica, il tutto visto dagli occhi del mister Cascione che ha come modello di lavoro e vita lo Special One, per il quale non ho mai nascosto la mia simpatia anche io.
L'avventura del Mourinho campano parte in un campetto di periferia con una squadra ridotta ai minimi termini da particolari vicissitudini del precedente campionato; l'obiettivo in grande fissato dal nuovo presidente è quello della promozione in grande stile. Nel racconto si passa dalla costruzione in fase di mercato alle prime partite tragicomiche e sembra di rivedere un pò lo spirito della Longobarda di Canà memoria e se da un lato è un notevole pregio agli occhi di un cultrore dell'Allenatore nel pallone come me, dall'altro è un pò un limite per il copione noto.
Le vicende di Sogliola, Pallina, Nino, Papoccia, Mohamed e Scognamiglio giocatori con provenienza di ogni tipo (reality, squalifiche per doping, programmi tv, carrozzerie) si alternano con le vicende calcistiche e personali del mister dal pugno di ferro mourinhano solo o quasi nelle intenzioni. La lettura scorre ed è leggera anche se in alcune parti sembra essere un pò troppo "veloce" ed incanalata verso un copione un pò scritto, dalle difficoltà iniziali alla scintilla che modifica il tutto, allo sviluppo finale.
Certamente la penna è una buona penna e vengono apprezzati diversi spunti: dall'inserimento nelle vicende di fattori "esterni" come la presenza della camorra e della relativa "scassatissima auto" del mister bruciata; dalla descrizione del terzino destro "terzino di fascia in grado di macinare chilometri senza fare domande ma mettendoci tanto sudore. niente colpi di testa, il primo a presentarsi in campo per l'allenamento e sempre l'ultimo a uscirne" in cui è stato normale rivedersi per i vecchi trascorsi calcistici, alla citazione di alcuni brani musicali "e prendere a pugni un uomo perchè è stato un pò scortese, sapendo che ciò che brucia non son le offese...quando la ferita brucia la tua pelle si farà....nino non aver paura di tirare un calcio di rigore" da parte di Spugna che sfrutta a pieno la sua esperienza come campione di Sarabanda (ed il pensiero al Biondino ed a Coccinella è stato immediato). I risvolti da un benniano bar sport "il bar Nanni era il luogo in cui si radunava l'elite culturale di Sutacchiaro Maggiore per discutere di pallone, fregna e politica, un locale angusto, male illuminato, con le bottiglie di cinar e gagliardetti delle squadre di calcio appesi in alto" o un hornbyano febbre a 90 "il calcio è l'unica maniera per essere immortale" "altro prodigio del calcio è questo: mistificare il tempo, relativizzarlo quel tanto che basta per diventare matto. Se fosse dipeso dal pallone, la teoria della relatività di Einstein sarebbe oggi legge costituzionale" o più semplicemente riferimenti a verità assolute note solo a chi riesce a capire quel folle legame con la palla "solo chi si gioca il culo fino alla fine può prendersi il presente" "quando sbagli un rigore è per sempre e chi lo tira lo sa".
Da appassionato dell'argomento, cultore dello Special One e collega di "malattia calcistica" non potevo perdermi questo libro, che alla fine si è rivelato un bel consiglio....da parte della Feltrinelli....
BIGNAMI: l'opera prima di Marsullo scorre e si legge bene anche se in alcuni momenti incappa in una trama un pò scontata, ma forse solo per chi conosce totalmente dinamiche del tifo e della passione. In alcuni tratti "l'allenatore nel pallone", in altri "febbre a 90" le storie dell'Atletico Minaccia hanno il pregio/difetto di sembrare storie di casa. Invidia però per un ragazzo che sento "vicino" e che è riuscito a realizzare una storia tutta sua, facendomi pensare che forse impegnandomi nel mio cassetto posso trovare qualcosa che potrebbe reggere il confronto.......una sfida?

1 commento:

  1. da twt:
    grazie Kviola! io e Vanni ringraziamo...
    Marco Marsullo

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