lunedì 28 ottobre 2013

Questa viola cresce

Forse stiamo crescendo. E' innegabile che quest'anno lasciamo qualcosa alla bellezza che accompagnava le giocate e le partite dello scorso anno. Ma è altrettanto evidente che il livello di crescita di questa squadra è ogni giorno un più alto, partite come quelle di oggi spesso sono rimaste tra i rammarichi viola (penso a Verona o Cagliari anno scorso o Parma e Cagliari quest'anno) mentre oggi torniamo dal Bentegodi con tre punti ed una nuova spinta verso il trenino delle squadre che vanno più veloci e che lottano per lo scudetto. 
"QUELLI CHE SANNO SPIEGARTI" il calcio, nello specifico i commentatori di Sky, avevano battezzato questa Fiorentina come "non in giornata". E forse non avevano nemmeno tutti i torti per alcuni minuti opachi, ma poi come sempre siamo venuti fuori, alla faccia loro e dei gufi. Con gli spunti di Cuadrado, la regia di Borja e la personalità di Gonzalo, senza dimenticare che a questa squadra continua a mancare il bomber comprato per fare il salto di qualità e che in queste partite sarebbe stato fondamentale.
La partita la vince Cuadrado con le sue accelerazioni e la squadra con la voglia di ribaltare un gol balordo preso nel primo tempo. Nel mezzo c'è molto spirito di gruppo e comunque un marchio di fabbrica della qualità della mano di MisterMontella. Non buttiamo mai via la palla, cambiamo pelle spesso durante la partita, ma giochiamo sempre per imporci e per non buttare mai via un'occasione. Con limiti e giocatori opachi (il 23 ed Aquilani) ma anche con giocate interessanti e spunti devastanti (Cuadrado e Pepito). Siamo vivi ed aspettiamo le prossime due partite con Napoli e Milan e vediamo come sta la nostra febbre VIOLA....Avanti VIOLA, testa, cuore, classe e grinta...
9^Campionato
GOAL: Cuadrado, Cuadrado
Neto 6
Mai impegnato
Tomovic 6
Tignoso su Thereau ma rischia grosso in un paio di interventi pericolosi
Rodriguez 7,5
Gran partita di Gonzalo, al solito. Davvero un peccato non averlo mercoledì per un cartellino molto dubbio, quasi inesistente
Savic 6
Grave errore sul gol, gran intervento scacciagol nella ripresa. Alla fine fa pari
Pasqual 5
Giornataccia, due tiri in curva e tutti i cross sballati
Aquilani 5,5
Partita con poca lucidità e poca incisività
Pizarro 6
Stranamente lavoro oscuro per il Pek
Borja Valero 6,5
Solita e solida mente lucida della squadra
Cuadrado 8
Il migliore. Partita grandissima e vittoria quasi totalmente personale
Rossi 6,5
Buona partita da assist man, non brillantissimo come finalizzatore
Joaquin 6
Buon inizio poi si spenge
Matos 6
Buon impatto sulla gara anche se mai troppo pericoloso
Vargas 6
Un tiro da lontano e quasi un eurogol, poco altro
Vecino sv
All. Montella 7
La squadra lo segue sempre anche quando la stanchezza o la giornata non splendida arriva.

sabato 26 ottobre 2013

Niente male...proprio niente male...

Dopo LA partita assoluta di domenica scorsa tornare allo stadio dopo pochi giorni era un pò "TRA PALCO E REALTA'". Negli occhi e nella testa c'era e c'è ancora il poker rifilato ai gobbi domenica scorsa e la sfida con i "pandori rumeni" era davvero dal poco fascino, se non quello del telone europeo in mezzo al campo e la voglia di tributare il giusto applauso agli eroi domenicali, pur limitati dal giusto turnover previsto.
Un aperitivo raddoppiato, un paio di giri di birre e spuntini curvaioli improvvisati molto apprezzati sono riusciti ad accompagnare piacevolmente un giovedì europeo che dopo i bagordi vissuti domenica rischiava di essere vissuto come l'amichevole infrasettimanale con la squadra locale. La partita è stata davvero poca cosa, pur cominciando con una traversa ed un pericolo rumeno. Preso il doppio spavento ci siamo resi conto che dovevamo chiudere la pratica e la squadra in pochi minuti ha cominciato a carburare e portarsi avanti con un eurogol di Gioacchino, ancora alle stelle per la gioia di domenica, e con il solito cartellino timbrato da Matos, piacevole conferma europea che si rivela davvero una delle imprevidibili novità di questa stagione: da meteora e oggetto misterioso a rincalzo spendibile.
Poco altro, se non la convinzione che anche giocando un mese i rumeni non avrebbero mai provocato grossi problemi. Partita e tre punti ben in saccoccia e l'ingresso di Cuadrado con gol, giocate e traversa dopo azione splendida come elemento diversivo per una ripresa che rischiava di addormentare un pò tutti.
Qualificazione quasi al sicuro, obiettivo primo posto alla portata e soddisfazione per un turnover che ha dato molte più risposte positive (Matos, Bakic, Joaquin, Compper) che negative (Iakovenko)....per un giovedì che rischiava di essere inutile dopo cotanta domenica precedente direi niente male VIOLA, proprio niente male...
Europa League - 3^ giornata
GOAL: Joaquin, Matos, Cuadrado
Neto 6,5
Dieci minuti di apprensione con buon intervento poi spettatore
Tomovic 6
Partita tranquilla
Rodriguez 6,5
Solita importante guida difensiva
Compper 6
Peccato per un giallo un pò inutile, partita precisa
Alonso 6
Senza infamia e senza lode
Mati Fernandez 6
Non illumina ma è presente nel centrocampo novità di coppa
Bakic 6,5
Sfrutta l'occasione con una buona gara in cabina di regia
Borja Valero 6,5
Sembra giocare con il freno a mano ma è sempre lucido e preciso
Joaquin 7+
Il migliore. Realizza un gran gol e sfrutta la scia di esaltazione dopo il match di domenica.
Matos 7
Secondo gol europeo e di nuovo presente quando serve. Sorpresa che si conferma.
Iakovenko 5,5
La nota negativa, non sembra essere entrato nei meccanismi della squadra.
Cuadrado 7
Gol ed un quasi gol dopo una giocata sontuosa
Roncaglia sv
Aquilani sv
All. Montella 7
Sembra tutto facile, dopo. Gestisce bene turnover e forze a disposizione ed ottiene la terza vittoria europea e mette un piede alla seconda fase. Avanti così mister. 

venerdì 25 ottobre 2013

Seconda chance positiva

Kiave di lettura n° 54

Piano piano mi sto mettendo "in pari" con i post relativi alla mia personale Kiave di lettura relativa alle letture di quest'estate. Con più tempo a disposizione infatti ho potuto dedicarmi di più alla lettura, accumulando di conseguenza bozze di recensione per il mio appuntamento del venerdì. Oggi tocca a Faletti.
GIORGIO FALETTI - "Appunti di un venditore di donne" - B.C. Dalai Editore
Il mio rapporto con la scrittura di Giorgio Faletti è ambiguo. Quando ci sono state gli elogi sperticati per "Io Uccido" son stato molto cauto e non ero troppo convinto che potessero essere reali tutti i complimenti che sentivo in giro.
Poi, cedendo con ritardo all'ondata, mi sono ricreduto e gli ho voluto dare una chance trovandolo uno dei gialli più affascinanti e attraenti tra quelli letti. "Niente di vero tranne gli occhi", la seconda opera, l'ho trovata "calante" rispetto all'esordio ma comunque leggibile ed apprezzabile mentre i successivi ("Fuori da un evidente destino" e "Pochi inutili nascondigli") talmente poco leggibili da farmi fuggire dalla sua penna e farmi ricredere del fatto di essermi ricreduto (se non mi complico le cose nelle definizioni non sono contento) e da dire "MAI PIU'".
Poi quest'estate invece ci ho riprovato, concedendogli una seconda chance, e sono contento di aver dato al Vito Catozzo di Driveiniana memoria una nuova opportunità. Ho ritrovato in "Appunti di un venditore di donne" la penna particolare e gialla delle prime due puntate di Faletti; racconto che tiene ben attento il lettore, trama per niente banale e descrizioni che non fanno mai calare l'attenzione.
Il libro è ambientato nell'Italia di fine anni Settanta tormentata dalle tragedie terroristiche e delle vicende delle brigate rosse, in una Milano che comincia a diventare la capitale di locali e vita notturna. La storia di Bravo, il protagonista, vive tra "amore e sesso. bugie ed illusioni. un attimo dell'uno e un attimo dell'altro" che vive la passione per l'enigmistica e per i suoi complicati affari come "la difficoltà di una sfida cercata, un ostacolo da superare gettando l'immaginazione e la fantasia oltre le parole" dove le persone che incontra sulla sua strada sono spesso "persone in balia del mare con ognuno la propria zattera. Credo che ognuno di noi lo sappia, a modo suo". Storie di sesso, di malavita e di pericolosi intrecci con lo sfondo dell'epoca dove è ambientata la storia sono gli ingrediente per un piatto ben cucinato. "Nessuno in realtà possiede nulla, può solo scegliere di appartenere a qualcosa. La capacità e la fortuna son un valido aiuto nel prendere una decisione." questi fattori si mescolano continuamente nelle vicende alterne di un particolare procuratore come si scopre essere Bravo nel corso del libro. Dalle vette alle difficoltà come nelle storie umane che si rispettano, il protagonista affronta tutte le sue vicende con un occhio di riguardo a quell'enigmistica che si rivelerà fondamentale. Un finale con rischio di banalità, schivato e non schivato che però non modifica il giudizio general sul libro. Un buon "ritorno" ad una scrittura apprezzabile e gradita, un libro certamente che non arriva alle vette di "Io Uccido" ma riabilita lo scrittore Faletti nel mio personale cartellino. Una seconda chance concessa a ragion veduta. Un libro leggibile e godibile, specialmente per gli amanti dei gialli/noir.

mercoledì 23 ottobre 2013

Saluti affettuosi


Ciao Giorgio, ti saluta Marchino mio.

tratto dall'editoriale di oggi sul FQ

Niente da fare, stima sempre più immensa per quel "credulone di panzane" di Travaglio. Semplicemente immenso. 
Sinceramente a te, Giorgio, 'unticonveniva stare zitto invece che fare questa figuruccia!?!

martedì 22 ottobre 2013

Al di sopra delle parti


Prima il M5S che "non ha a cuore il bene del paese" poi il Fatto Quotidiano che "è l'unico a credere alle panzane di un possibile accordo Berlusconi/Napolitano sulla grazia".
Alla faccia del "ruolo di garanzia al di sopra delle parti". Per Napolitano la traduzione operativa di "essere il presidente di tutti" è diventato "di tutti meno di quelli che mi criticano"
Caro Giorgio, anche io son permaloso quindi ti capisco. Peccato però che tu faccia il Presidente della Repubblica ed un filino imparziale dovresti esserlo.....già....DAVVERO PECCATO.

domenica 20 ottobre 2013

LA partita assoluta

Al ventesimo del secondo tempo sembrava davvero che fosse tutto infilato come gli ultimi quattordici anni. La #juvemerda era avanti due a zero ed onestamente la mia Viola non sembrava avere gambe e testa per trovare la rimonta da leggenda. Di nuovo peccato. Non era servito il mio sms romantico al Simi ed al Cioppi per ricordare che l'ultima vittoria con la mitragliata rock di San Bati da Reconquista l'avevamo vista insieme ed era costata una costola a quello che oggi si giocava il divano con tre donne birbanti e l'altro Simi che invecchiato se la godeva con la sua unica birbanteNon era servito il gioco di prestigio tentato da Andre nel far diventare un pacco da sei di Paulaner come una frittata di birra. Non era servito l'arrivo a cancelli ancora chiusi. Non era servito il buon presentimento della sera prima guardando un accenno di cielo stellato. Non erano serviti gli "in bocca al lupo" varie ricevuti da interessati tifosi di altre squadre o di chi solo sapeva quanto questa partita conti per noi viola. Non era servito la fuga alcolica sul resto del gruppo della coppia Neu&Rone. Non erano serviti AC/DC, hotdog, semi, cipster, istruzioni per la coreografia, bandierine "chi ce l'ha sotto il culo occhio che le sgualcisce", cori di amore invece che di odio razziale o geografico ("amo liverpool"), coreografie, bandierine, scaramanzie, pallemani, maglie e felpe viole di ogni tipo. 
Un rigore dubbio ed un errore difensivo avevano messo un primo tempo noioso e chiuso su una discesa pericolosamente in direzione juventina che ha poi aperto un secondo tempo che sembrava volgere verso il colpo del k.o. juventino ed un bis di quella maledetta disfatta ed umiliazione. La rabbia è accentuata anche da quei simpaticoni di Tevez e Pogba che vedono bene di festeggiare con la mitragliata di Bati. Ora, sei Tevez&Pogba, la vita è già stata severa con te alla nascita rendendoti inguardabile, è stata cattiva ancora una volta dandoti quella maglia da carcerato perchè provocarla e meritarti così i peggiori accidenti della storia? Mercoledì spero solo che Sergio Ramos non ci vado di fioretto ma di spada pesante.
Solo il Galga a metà partita aveva una sorta di ispirazione mistica "Andre giocati il 4-2, la ribaltiamo", sembrava l'effetto della gastrite mista a birra ed anche lui stesso ci credeva il giusto e l'onesto.
Poi però il calcio è strano e la partita cambia. Un' accelerazione di Mati e rigore. Rossi la mette nell'angolo e si riapre il cielo. Cambia la testa di quelli in campo e riprende fuoco il cuore dei tifosi viola. Sembra possibile anche se è durissima metterla in pari questa partita. Non è un gran giornata fino a quel momento, sembriamo stanchi poco pungenti e con poche frecce al nostro arco. Ma una l'abbiamo e trova il guizzo per saltare due uomini e con un tiro velenoso (e l'aiuto complice di un Buffon in versione certamente non superman) trova il due a due. Pepito ci fa saltare in aria, abbracciare ed urlare la rabbia per i quattordici anni di delusione contro i gobbi. Adesso siamo carichi e mi scappa un "ora andiamo a vincerla" e difatti Borja dopo pochi minuti illumina la scena e mette Gioacchino davanti a Buffon uscito alla kamikaze: 3-2. Ed ora si esplode. Coronarie in gola. Non ci crediamo. Non ci credo, sembra impossibile, in pochi minuti tre gol e non è finita. Cuadrado accelera di nuovo in contropiede la mette sul sinistro magico di Pepito e si chiude: 4-2. Esplode tutto, è davvero "IL GIORNO DEI GIORNI" che non osavamo nemmeno sognare. "La partita assoluta" la definisce perfettamente Bollins
Mi sdraio sfinito sulle seggioline e nel secondo che resto solo in attesa dell'abbraccio del gruppo a dopo che so arrivare, guardo in alto oltre il bandierone della Fiesole, vicino a quelle nuvole e mentre mi commuovo per la botta di adrenalina, gioia, passione e scarica totale penso a chi dall'alto son sicuro esulta.
Arriva l'abbraccio, ormai è uno unico da una decina di minuti. Testa contro testa, "mettitela nì culo la mitraglietta ora", strette da far dolore ai muscoli, abbracci carichi di qualcosa di atteso a lungo, urla a tutta gola da bruciarla, salti per non essere bianconeri, occhi sgranati come bambini la notte di Natale, teste scosse a dire di no incredule, occhi lucidi come nemmeno ai matrimoni, brividi intensi e ciccia di gallina, sciarpe volteggianti, palati colpiti da bandierine che volano, "falla ora la mitraglia scemo", la curva ribolle e continuerà a farlo anche mentre scendiamo, le scale sembrano tremare dai canti e dai salti. Firenze è tutta in Fiesole e si riversa fuori dallo stadio consapevoli di aver fatto un'impresa, qualcosa di unico, qualcosa che ha fatto "ruzzolare" gli scalini a mezza curva e non solo la curvache fa fare i caroselli e finire i clacson, che fa abbassare i finestrini totalmente ed alzare il volume oltre il massimo per la radiocronaca di Guetta, che fa sentire finalmente in grado di dire alla #juvemerda: TUTTI A CASA, A CASA!
8^ campionato
GOAL: Rossi (R), Rossi, Joaquin, Rossi
Neto 7
Ci tiene in partita non subendo il terzo gol
Roncaglia 7
Il più positivo in difesa, tutto grinta e corsa
Rodriguez 6,5
Non in grandissima giornata ma sempre importante come regista difensivo
Savic 6,5
Non soffre gli attacchi juventini anche se è il meno preciso dei tre dietro
Pasqual 6
Sei solo perchè con una vittoria del genere non possono esserci insufficienze
Aquilani 6
Vedi Pasqual
Ambrosini 6,5
Comincia molto bene poi si ferma per infortunio
Pizarro 6,5
Primo tempo anonimo, nel secondo si rialza e diventa importante
Borja Valero 8
Fa tutti i ruoli, inizialmente non brillantissimo poi trova due assist al bacio per ribaltare la partita. E' anima, polmoni e cuore di questa squadra.
Cuadrado 7
Errore clamoroso nel primo tempo, nella ripresa quasi torna lo Speedy che conosciamo. Assist splendido e galoppata vincente sul gol finale
Rossi 10
Il migliore. Non è da 10 perchè fino a 25' minuti dalla fine non incanta ma quando uno segna tre gol ai gobbi e ti fa vincere una partita del genere, che voto gli vuoi dare?
Fernandez 6,5
Molto grigia la sua partita poi però trova la giusta accelerata e guadagna il rigore cambia partita.
Joaquin 7,5
Entra in campo con il piglio giusto e trova il gol della vittoria.
Matos 6,5
Entra per pochi minuti e rischia di fare il pokerissimo
All. Montella 7,5
La squadra, son onesto, fino al 65' non mi piaceva e mi sembrava spuntata e poco pronta per una partita del genere. Poi il cuore e la voglia cambiano tutto. Chapeau Mister.

sabato 19 ottobre 2013

Ipocrisia da perdono

Kiave di lettura n° 53

Oggi la Kiave di lettura è semplice, quasi "banale" ma come spesso accade nella vita riguarda un argomento che tutto ha meno che i requisiti della banalità.
Nei giorni scorsi infatti è morto Erich Priebke, alla invidiabile età di 100 anni ed è l'unica cosa che una persona come lui ha avuto nella sua vita di invidiabile. Ovviamente non ci siamo fatti mancare il dibattito dopo la sua morte. Perdono, non perdono, funerali, non funerali, prefetti e non prefetti. Il prefetto infatti ha dato il permesso alle esequie scatenando reazioni di ogni genere ed ovviamente anche la presa di distanza del Ministro dell'Interno del governo Letta che come al solito si è dichiarato non al corrente di vicende che a lui competerebbero per ruolo e responsabilità. A cose normali un Ministro che non sa gestire le attività di sua competenza (caso Shalabayeva prima, prefetto adesso per citarne due) si dimetterebbe o verrebbe invitato a farlo da parte del resto della maggioranza, specie da parte politiche in teoria diverse. Ma le cose già lo sappiamo che in Italia non sono normali.
Il cosiddetto caso Priebke è quindi un caso che non poteva che nascere qui. Con topi di fogna che si sono immediatamente susseguiti per le condoglianze di un assassino e la corsa di quelli dal cuore cristiano devoto al perdono. Esattamente non capisco dove possa essere il perdono per un personaggio che non ha mai chiesto scusa, che ha ucciso e lasciato uccidere, che è stato protagonista ignobile della peggiore schifezza del secolo scorso. E non capisco nemmeno come si possa pensare di far celebrare le esequie a livello di prefetto e prefettura. Ma sarò io evidentemente a non essere abbastanza "sveglio" e soprattutto cristiano.Non si può avere tutto.
Di tutta questa "MERDA INTORNO" alla notizia devo dire che ho trovato per fortuna anche interventi "mirati", di quelli che fanno assaporare aria fresca per fortuna. In particolare trovo perfetto un post di Andrea Scanzi su facebook di due giorni fa, mirato e sul pezzo come molto spesso gli capita. Vi lascio con le sue parole, il miglior modo per chiudere questo post.

Continuo a leggere inviti alla tolleranza e al perdono riferiti a Priebke. Li rispedisco al mittente: la morte non cancella le colpe. E neanche impone una sorta di rispetto obbligatorio. La pietas si conquista, in vita come in morte, e non ne provo alcuna per Priebke. Né da vivo e né da morto. Il nazista Erick Priebke partecipò in prima persona, il 24 marzo 1944, al massacro delle Fosse Ardeatine, annotando da freddo burocrate i nomi delle vittime (335), sparando anche lui su civili inermi e mai rinnegando quel gesto ("Eseguii gli ordini e le vittime erano tutte terroristi"). Non ha pagato le sue colpe, tra latitanze dorate in Argentina e "permessi di lavoro" nonostante l'ergastolo. Il suo non era un ruolo "minore". Era uno dei boia che svolgeva in prima persona gli interrogatori-tortura a Canton Mombello. La staffetta partigiana Agape Nulli raccontò al Corriere della Sera: «Ricordo il giorno dell'interrogatorio, Priebke entrò nella stanza puntandomi l'indice contro e mi chiese a bruciapelo "Hai letto la Bibbia?". Gli risposi di no, sapevo che era una domanda tranello per scoprire se fossi ebrea. Poi mi domandò dove si nascondevano i miei fratelli, anche loro partigiani, ma non potevo saperlo perché mi trovavo in carcere da più di un mese. Il mio incontro si chiuse lì, altri miei compagni di sventura furono assai meno fortunati: Bruno Gilardoni fu riportato in cella più morto che vivo dopo ore di interrogatorio appeso al soffitto con una fune, altri furono inviati nei campi di concentramento e lì morirono» 
Nessun crimine del Novecento è stato abnorme come il nazismo. Quell'abominio reiterato è stato la forma più gigantesca di Male sulla Terra. Una vergogna ostentata, un sadismo scellerato, una crudeltà "ideologica" terrificante. Che occorre ricordare, per non ricascarci un'altra volta.
Appartengo, orgogliosamente, a una razza (temo) in estinzione. Appartengo alla razza che ha camminato sui sentieri dei nidi di ragno di Calvino. Che ha pianto con il partigiano Johnny di Fenoglio. Che ha rivissuto la guerra civile nei saggi di Pavone. Appartengo ai partigiani che quella sera ormai lontana ad Alba, nella chiesa di San Domenico, hanno applaudito i CSI. Appartengo a quelli che rabbrividiscono di fronte ai negazionisti e si incazzano quando leggono i deliri quasi-intellettuali di un Odifreddi (mito inspiegabile e soporifero di una certa sinistra salottiera) che scrive: «Il processo (di Norimberga) è stata un'opera di propaganda». Sono uno di quelli che a Sant'Anna di Stazzema c'è stato, lì e in troppi altri luoghi, a Civitella in Val di Chiana come a Monte Sole (Marzabotto), per omaggiare le vittime dei tanti eccidi perpetrati da bestie come Priebke. E ho sognato anch'io, come Tarantino, che la fine dei nazisti coincidesse con il liberatorio grand guignol di Inglorious Bastards.
Questi equilibrismi su nazismo e pietà cristiana mi hanno rotto le palle. C'è un limite anche all'ipocrisia. Io provo pena se muore Mario Monicelli. Pena e dolore. Provo pena se muore Peppino Impastato, se muore Rosario Livatino, se muoiono Franca Rame e Don Gallo. Quando invece muore uno come Priebke, mi dispiaccio unicamente che sia accaduto soltanto nel 2013. Io non perdono a prescindere, e soprattutto non dimentico.

mercoledì 16 ottobre 2013

La settimana che precede LA partita

E' partita ieri e si concluderà domenica. Parte dal cuore, dalla passione, dai "SOGNI DI ROCK & ROLL" che ogni tifoso viola ha nel proprio DNA. Vive dell'indole da sempre polemica di Firenze e del suo giglio rosso e si alimenta con la "bruttura" di rivali odiosi e mai sopportati. 
E' parte di ogni frequentatore del Franchi, di ogni appassionato, di ogni interessato alle vicende viola, dal più affezionato tifoso a quello che ascolta solo i risultati la domenica sera. Si identifica in quel "siete più brutti della multipla" e si fotografa in milioni di episodi, di furti, di partite epiche, di gesti e scaramanzie che ognuno personalizza e rende propri a modo suo e con la propria memoria "ma quando ci rubarono quel rigore in coppa Uefa?" "ma quando segnò Tendi?" "ma quando si arrivò tre ore prima e si fece lo stesso la coda ai cancelli?" e milioni di altri episodi.
Non basterebbe un blog, non un post, per raccontarli o provare a raccontarli tutti. Ed allora basta questo accenno per definire questa settimana, quella che porta a LA partita. Quella lì, proprio quella lì.
Per definirla meglio cerco le parole in frasi o discorsi che ho già usato e gli episodi che in qualche modo ho già "selezionato"
Parlo degli episodi raccontati, "fotografati" e ricordati con video nel mio "Una Passione da 10", che in questa settimana vedo particolarmente indicato per chi vuole avvicinarsi a domenica nel miglior modo possibile.
 .......... (tratto da "Una passione da 10")
Il calcio, come gli altri sport ma forse ancora di più, vive di rivalità e di accesi duelli; per una parte delle squadre italiane, questa rivalità è identificata ed identificabile dal derby che mette di fronte le due squadre della stessa città. Per la Fiorentina la cosa non è mai stata possibile per assenza di una seconda squadra di Firenze e quindi la rivalità bisognava cercarla altrove. La rivale più naturale si è rivelata essere la Juventus, scelta comune anche ad altre per il fatto di essere la squadra più titolata del campionato italiano, dai metodi dirigenziali spesso arroganti e conseguentemente una delle meno simpatiche.
Come già visto anche per il calcio storico, è nello spirito fiorentino il senso di orgoglio e disprezzo della prepotenza dei cosiddetti potenti (la partita durante l’assedio di Carlo V ne è un valido esempio), ma in questo caso non è solo quello. La rivalità nasce da lontano, da epiche partite in cui la Fiorentina era una squadra nettamente inferiore e faceva dell’ardore agonistico l’unica arma a disposizione contro la maggiore classe dei rivali sorretti dalla superpotenza Fiat degli anni del boom economico. Quando i valori sono stati più vicini e quindi all’antagonismo si è aggiunto anche la concorrenza per lo stesso obiettivo, la rivalità ha toccato le maggiori vette fino ad arrivare al 1981/82. Quello infatti fu il campionato in cui arrivò l’evento scatenante che sancì e certificò quella che sarebbe diventata una rivalità storica. All’ultima giornata di campionato, con le due squadre a pari punti in testa alla classifica, due decisioni arbitrali discutibili portarono al pareggio la Fiorentina a Cagliari ed alla vittoria la Juventus a Catanzaro portando lo scudetto a Torino. Quella fu la classica goccia che faceva traboccare il vaso, molti tifosi viola delusi dal risultato videro nell’approssimarsi dei Mondiali, quindi nel pericolo di allungare i tempi del campionato con uno spareggio, il motivo che in qualche modo spinse ad una conclusione immediata favorendo la squadra più potente. A Firenze tutti si sentirono defraudati di un terzo scudetto meritato sul campo e da allora la sfida con la Juventus non fu più una partita ma LA partita.
.......... (continua)
BIGNAMI: semplicemente la settimana della partita, la settimana dello #juvemerda...

"Una passione da 10" di Enzo Susini - edizioni goWare 
si può comprare nelle seguenti librerie digitali: 
Per la lettura sul pc può essere utile scaricare questo programma 

Oltre all'acquisto, tutte le forme di pubblicità, promozione e diffusione della notizia sono MOLTO gradite.

venerdì 11 ottobre 2013

Un libraio "principesco"

Kiave di lettura n° 52

Stimolato da pareri discordanti sentiti sul libro, ho preso al volo l'offerta di lettura del Ciccio, anche se non amo leggere libri non miei. Ma ero incuriosito da questo libraio e volevo capire se poteva rientrare tra i libri "da ricordare" o se invece doveva essere messa tra quelli che dici l' "HO MESSO VIA" riferendoti non solo alla parte ed all'aspetto fisico dell'archiviazione. E così in un fine settimana estivo mi sono messo d'impegno ed alla prova cercando di farmi un'idea tutta mia su "Il libraio".
REGIS DE SA MOREIRA - "Il Libraio" - Aisara
Più che un romanzo, il libro è un autentico inno ai libri ed al piacere della lettura. Il protagonista, quasi personaggio unico del libro, vive il suo lavoro in simbiosi con la sua vita e fa della sua professione quasi un credo o una missione. I racconti sui fatti che accadono sono soltanto degli spunti per cercare di fornire delle definizioni o delle particolari immagini al lettore, che in qualche modo fa ricordare il libro o meglio lo avvicina in qualche modo al "piccolo principe", libro amato praticamente da tutto il mondo ma che invece a me ha lasciato poco, forse per la sua "inconcretezza".
I personaggi che si avvicendano nei racconti, dalle belle donne ai clienti noiosi dai conoscenti fissi alle nuove persone che entrano in libreria, sono soltanto delle "spalle" dei monologhi del libraio, assoluto protagonista di un libro che forse eccede in questi punti, tralasciando qualsiasi tipo di storia; per questo chi parte per leggere un romanzo si trova invece davanti a tanti piccoli racconti legati dallo stesso protagonista.
Molto particolare e anche toccante il modo in cui il libraio tiene i contatti con i parenti "così, non appena la pagina di un libro gli faceva venir voglia di vedere uno dei suoi fratelli o delle sue sorelle, la strappava e gliela mandava. Senza ulteriori spiegazioni. Poi il libraio portava il libro in questione in cima alla scala a chiocciola e lo metteva nella stanza senza scaffali. Quando i suoi fratelli e le sue sorelle avevano iniziato ad avere figli, il libraio aveva esteso lo sradicamento delle pagine a tutti i nipoti e a tutte le nipoti, anche se la cosa non sempre gli è possibile o meglio non sempre riesce a metterla in pratica  "quando la pagina di un libro gli ricordava il suo amor perduto, l'una o l'altra delle tre donne della sua vita o tutte e tre insieme, il libraio, non sapendo dove spedire la pagina, non la strappava. La imparava a memoria pensando che un giorno forse avrebbe avuto la possibilità, nel mondo visibile o invisibile, di recitargliela, trasmettergliela, fargliela pervenire in qualche modo. Pian piano si era trasformato in una raccolta di pagine per il suo amor perduto, pagine una più bella dell'altra, la cui bellezza, man mano che le raccoglieva, abbelliva senza che se ne rendesse conto persino lui"
Il libro è breve ma non è così "mini", con l'emozioni che comunque passano dalle descrizioni e si fanno portatrici di tutta la passione per quelle meravigliose creature che sono i libri e le loro pagine dense di significati, di brividi e di vita "non appena apriva un libro, si sentiva felice.O, per lo meno, si sentiva bene.Era quasi una gioia infantile. Ma anche una debolezza. Aveva l'impressione che qualcuno si occupasse di lui, che qualcuno si prendesse cura di lui. Per dirla tutta, quando il libraio leggeva un libro aveva l'impressione di essere amato" che riempiono tempo, spazio e mente in diversi momenti della giornata e con i più disparati pensieri "a metà giornata, quando non aveva più nemmeno la forza di leggere, il libraio, a occhi aperti, sognava. E quando sognava, sognava di leggere".
"Il libraio" è probabilmente un libro da leggere ed assimilare un pò alla volta, acquisendo e assaporando i vari stimoli e i vari pensieri che scaturiscono dalla lettura, resta il fatto che il mio giudizio non può essere completamente positivo. Non mi ha convinto completamente, mi ha lasciato dubbi e soprattutto, pur riconoscendogli diversi pensieri da conservare, non mi ha lasciato il ricordo di un libro da "consigliare", proprio come il Piccolo Principe.....magari se lo legge un amante del libro di Antoine de Saint-Exupéry lo trova entusiasmante....mi piacerebbe avere un parere proprio da uno di loro...

giovedì 10 ottobre 2013

Speranze svanite


Ero sinceramente e molto positivamente meravigliato dalla bella proposta del M5S dell'abolizione del reato di clandestinità, conoscendo le posizioni del movimento come abbastanza aberranti su immigrazione e cittadinanza ai nati in Italia (ius soli).
Poi però ci ha pensato il post di Beppe Grillo a far crollare le illusorie speranze.
Menomale....grazie davvero di cuore Beppe per non avermi illuso per troppo tempo.... 

mercoledì 9 ottobre 2013

Neopaladini


Io credo che le condizioni delle carceri siano uno degli elementi da cui si giudica la civiltà di un Paese. E noi, anche in questo, non lo siamo. Credo anche che le sentenze della Corte Europea si debbano rispettare. 
Credo però che si debbano rispettare anche quelle che dicono che i condannati devono andare in galera e che le condizioni di civiltà sono dettate anche dal rispetto della Costituzione che parla di dirigenti politici onorabili.
Ho soprattutto però una domanda, il neopaladino della vivibilità delle carceri italiane Giorgio Napolitano, dove cazzo era quando massacravano di botte Stefano Cucchi fino a farlo morire proprio in una cella?

lunedì 7 ottobre 2013

Un brodino

Uno 0-0 con la direzione tecnica di Montella è merce rarissima e venendo dopo una durissima partita di Coppa ci può anche stare. La Lazio era rimaneggiata è vero, ma noi non stavamo certo meglio. Rossi, Cuadrado, Ambrosini, Pasqual (chissà poi perchè lui) fatti giocare anche se non al massimo, Gomez, Ilicic e Joaquin fuori e tutti gli altri con le gambe stanche della neve ucraina di giovedì, questo il nostro menù che poi si è visto riprodotto in campo. 
Squadra con poche idee e poco fiato, spesso poco padrona del gioco (cosa molto rara per la Viola montelliana) ed in alcuni tratti, specie quelli finali, in balia della Lazio, che ai punti avrebbe meritato forse qualcosina di più. 
Prendiamoci questo punto stile brodino utile per il primo accenno di autunno ed andiamo alla sosta, ancora attaccati al treno che conta anche se nell'ultima carrozza, ma questa volta, viste le premesse e le condizioni attuali, "CHI SI ACCONTENTA GODE"
Purtroppo la splendida nazionale etica di Prandelli, quello del codice etico a corrente alternata, ci prende Pepito ed Aquilani (il 23 lo possono anche tenere) che di tutto avevano bisogno fuorchè di partite inutili con nazionali ancora più inutili. Ma tant'è, ricarichiamoci, mettiamoci in forza, cerchiamo un pò di forma in alcuni big un pò appannati (vedi Pek e in parte Borja) perchè tra quindici giorni ritorniamo a giocare e ritorniamo col botto.
Ci aspetta LA partita e sarebbe anche l'ora che ci trovasse pronti ad una certa cosa.
Buona sosta, Fiorentina, ti serve tutta! Per prepararsi psicologicamente.... #juvemerda ......
7^  campionato
GOAL: -------
Neto 7
Si riprende la scena per parate importanti e una buona gara.
Tomovic 6-
Si perde l'avversario in alcune occasioni e becca un giallo tendente al rosso, per il resto c'è e regge.
Rodriguez 6,5
Buona partita come al solito impreziosita da alcune chiusure spettacolari.
Savic 7
Il migliore. Impressionante per sicurezza e posizione.
Pasqual 5,5
Inconcludente e perde Candreva quasi sempre
Aquilani 5
Prosegue il periodo molto negativo.
Ambrosini 6
Meno leonesco di giovedì, ma a 36 anni due gare in pochi giorni non son cose da poco.
Pizarro 5
Brutta gara per il Pek. 
Borja Valero 6+
Gioca in tutti i ruoli dal centrocampo in attacco, spaesato ma c'è sempre.
Cuadrado 5
Non è tornato ancora il motorino che conosciamo
Rossi 5,5
Da solo contro tutti non è facile specie se in condizioni precarie.
Vargas 5,5
Stavolta non incide
Matos 6
Buon impatto e fa vedere che una punta urge a questa squadra.
Iakovenko sv
All. Montella 6-
Certamente la sfortuna e la stanchezza non gli danno una mano ma qualcosa sembra non andare al 100% in questa serata romana, confusione nell'impostazione e squadra con poche idee.

venerdì 4 ottobre 2013

Un gran cuore sotto la neve

Kiave di lettura n° 51

A Dnipro nevica e fa freddo. La Viola si presenta con molte assenze (su tutti la coppia gol) e affronta il "FREDDO CANE" ucraino cercando di non perdere altre pezzi e fare un pò di turnover ma nonostante questo non perdere la testa del girone. 
Sembra compito davvero duro anche perchè i rivali sono tosti e non regalano niente in Europa da molte partite. Mister Montella deve piazzare Matos dal primo minuto con accanto Mati, torna Cuadrado anche se non al massimo e riposano Borja, Aquilani e Savic
La partita è completamente divisa a metà, nel primo tempo le squadre lottano soprattutto e si notano solo un miracolo di Gonzalo su una papera di Neto (strano), un buon intervento dello stesso portiere (strano davvero) e una mezza azione Matos/Alonso
Nella ripresa cambiano le cose, Matos guadagna un rigore dal nulla e Gonzalo lo trasforma; dopo cinque minuti l'arbitro ne regala uno al Dnipro e si fa 1-1. Il gol subito però carica i viola che prima con Cuadrado due volte, poi con Matos si affacciano in area. Poi entra Borja e su lancio spettacoloso di Gonzalo, lo splendido numero 20 viola inventa una palla d'oro per Ambrosini e si va in vantaggio. Da lì qualche cross ucraino e poco altro, siamo in gran serata specie in alcuni uomini e dimostrazione forza, sostanza e voglia anche quando il Pek si fa buttare fuori. 
Partita che apre il cuore per la grinta e per i preziosi tre punti che ci portano in testa al gironcino ed in buone prospettive per la qualificazione. Ma soprattutto ritroviamo vittoria e la carica dopo una partita così negativa come quella col Parma. Bella dimostrazione di forza e di compattezza, brava la mia Viola europea. Bravi i gladiatori di oggi, da Gonzalo a Compper, da Matos a Borja, dal mister ad un immenso Ambrosini.
Avanti davvero così viola...
Europa League - 2^
GOAL: Rodriguez, Ambrosini
Neto 5,5
Compie l'ennesimo errore preoccupante, poi si riprende ma deve ringraziare Gonzalo se non è decisivo la sua papera
Roncaglia 6,5
Buona la sua partita, combattivo e mai in difficoltà vera
Rodriguez 7,5
Grandissima partita, un gol e mezzo e un piglio speciale nel comandare la difesa
Compper 7
Preciso, puntuale e roccioso
Cuadrado 6
Si vede solo nel secondo tempo con un importante tiro da fuori. Bentornato
Bakic 5,5
Si nota poco e rischia davvero il rosso all'inizio del secondo tempo
Pizarro 6
Primo tempo di buon ritmo e gran personalità. Cala nella ripresa anche se non meriterebbe il rosso
Ambrosini 8
Immenso. E' ovunque, le prende tutte di testa e in contrasto. Trova anche il gol vincente. Il migliore.
Alonso 6,5
Propositivo, nel primo tempo tra i migliori. Cala alla distanza ma tiene bene la posizione.
Fernandez 5,5
Probabilmente il meno brillante, tiene la posizione e poco altro
Matos 6,5
Tiene alta la squadra quando serve e lotta sempre guadagnandosi un rigore per niente scontato
Borja Valero 7
Trova la giocata del 2-1 e mette in campo quel cambio di passo necessario. 
Joaquin sv
Tomovic sv
All. Montella 7,5
Condizioni critiche per la squadra tra infortuni, convinzioni e morale. Ma propone una squadra viva e compatta. Complimenti.

giovedì 3 ottobre 2013

Tenere botta

Sembra davvero un'annata stregata. Di quelle che se può andarti male qualcosa, ti va malissimo. Il pre-gara era stato promettente, alla birra (a questo giro senza coccarda, ma la coccarda nello zaino ci resta dalla volta scorsa e farà compagnia per la stagione viola, grazie Rone) si affianca un promettente Negroni da quei ragazzi a cui si aggiunge la solita spumabionda con ghiaccio. Non ci facciamo mancare nemmeno il rinforzino interno alla Fiesole, il tutto anche per dimenticare l'assenza del nostro capitano ma tenere il passo dei suoi insegnamenti.
Purtroppo la Viola non sembra in gran serata invece e nel primo tempo inizia a rilento, quasi moviolato. Dopo mezz'ora Pepito (l'unico che aveva creato un'occasione da gol) si tocca i muscoli ed abbandona il campo "ED ALLORA CI TOCCA" far esordire Rebic con relativo rosario di imprecazioni, bestemmie e contumelie alla sorte ed i suoi derivati. "In cinque giornate s'è fulminato il miglior attacco della serie A" sentenzia Bollins da casa ed incrociando le dita che sia roba di poco conto spero che l'esordiente ci regali una perla da debutto.
E' invece Gargano, con deviazione, a portare il Parma in vantaggio a un minuto dall'intervallo e l'espressione "la veggo buia" è la più usata nell'intervallo. Secondo tempo con il ritorno in campo di JuanCeres Vargas al posto di uno spentissimo Wolsky di padre polacco. E la Viola, non solo per questo ma anche per questo, cambia passo. E' aggressiva e riesce a ribaltare la partita con Rodriguez e lo stesso Vargas. Sembra di aver raccattato dal sudicio qualcosa di insperato, una partita nata male sembra riassestata ed invece.......vola un pallone docile docile e Neto come racconta perfettamente Benedetto Ferrara lo guarda passare ed adagiarsi sulla testa di Gobbi (colpevolmente non contrastato da Gonzalo e Cuadrado) che lo spinge in rete e ci butta nello sconforto più totale. Verrebbe voglia di urlare di tutto contro Neto perchè in 8 partite dall'inizio dell'anno in tre e mezzo i suoi errori clamorosi sono stati decisivi per farci perdere punti importanti; il ragazzo non sembra pronto per partite così importanti e di alto livello ma resta pur sempre il nostro portiere e va sostenuto o almeno non contestato a fuoco come l'istinto invece consiglierebbe (anche perchè non ci son molte alternative). Il problema è che è davvero molto molto dura passarci sopra e non pensarci perchè i punti buttati ora sono almeno 5 e perchè a cose normali il buon Neto sarebbe davvero da accantonare e far crescere con calma. Ma qui non c'è tempo, la rosa diventa ogni gara più stretta per questi maledetti infortuni ed ogni tre giorni si gioca partite importanti. Teniamo botta in questo inizio duro, poi tornerà anche il momento con il vento non contro....e soprattutto finirà anche la sfiga, no? Avanti Viola....
6^ giornata
GOAL: Rodriguez, Vargas
Neto 5-
Primo tempo con due interventi scoordinati ma efficaci poi il clamoroso errore finale.
Roncaglia 6
Non gioca la sua migliore partita ma compie un paio di interventi importanti in chiusura.
Rodriguez 6,5
Buona partita come sempre impreziosita dal gol. Sarebbe il migliore se non rimanesse senza saltare al 92'
Savic 6
Partita sufficiente senza sbavature
Alonso 5,5
Primo tempo molto male, migliora nel secondo ma non arriva alla sufficienza
Aquilani 5
Altra gara no dopo San Siro.
Pizarro 6+ 
Tiene botta in mezzo al campo e del centrocampo è il più lucido
Borja Valero 6
Non brilla come al suo solito ma è comunque prezioso per corsa e "peso specifico"
Joaquin 5,5
Partita grigia senza accellerazioni
Rossi 6
E' pericoloso con un colpo di testa, non proprio il suo forte, poi esce per infortunio
Wolsky 5
Non pervenuto
Rebic 6
All'esordio non sfigura anche senza essere mai davvero pericoloso
Vargas 7
Il migliore. Sembra un altro rispetto a quello degli ultimi due anni. Gol, corsa ed assist.
Cuadrado sv
Buttato nella mischia da terzino ha poco tempo per lasciare un segno
All. Montella 6
Non mi convincono i cambi ma su Vargas ci vede lunghissimo; la squadra fa un primo tempo molto appannato una bella reazione e poi un preoccupante calo di concentrazione finale