venerdì 25 ottobre 2013

Seconda chance positiva

Kiave di lettura n° 54

Piano piano mi sto mettendo "in pari" con i post relativi alla mia personale Kiave di lettura relativa alle letture di quest'estate. Con più tempo a disposizione infatti ho potuto dedicarmi di più alla lettura, accumulando di conseguenza bozze di recensione per il mio appuntamento del venerdì. Oggi tocca a Faletti.
GIORGIO FALETTI - "Appunti di un venditore di donne" - B.C. Dalai Editore
Il mio rapporto con la scrittura di Giorgio Faletti è ambiguo. Quando ci sono state gli elogi sperticati per "Io Uccido" son stato molto cauto e non ero troppo convinto che potessero essere reali tutti i complimenti che sentivo in giro.
Poi, cedendo con ritardo all'ondata, mi sono ricreduto e gli ho voluto dare una chance trovandolo uno dei gialli più affascinanti e attraenti tra quelli letti. "Niente di vero tranne gli occhi", la seconda opera, l'ho trovata "calante" rispetto all'esordio ma comunque leggibile ed apprezzabile mentre i successivi ("Fuori da un evidente destino" e "Pochi inutili nascondigli") talmente poco leggibili da farmi fuggire dalla sua penna e farmi ricredere del fatto di essermi ricreduto (se non mi complico le cose nelle definizioni non sono contento) e da dire "MAI PIU'".
Poi quest'estate invece ci ho riprovato, concedendogli una seconda chance, e sono contento di aver dato al Vito Catozzo di Driveiniana memoria una nuova opportunità. Ho ritrovato in "Appunti di un venditore di donne" la penna particolare e gialla delle prime due puntate di Faletti; racconto che tiene ben attento il lettore, trama per niente banale e descrizioni che non fanno mai calare l'attenzione.
Il libro è ambientato nell'Italia di fine anni Settanta tormentata dalle tragedie terroristiche e delle vicende delle brigate rosse, in una Milano che comincia a diventare la capitale di locali e vita notturna. La storia di Bravo, il protagonista, vive tra "amore e sesso. bugie ed illusioni. un attimo dell'uno e un attimo dell'altro" che vive la passione per l'enigmistica e per i suoi complicati affari come "la difficoltà di una sfida cercata, un ostacolo da superare gettando l'immaginazione e la fantasia oltre le parole" dove le persone che incontra sulla sua strada sono spesso "persone in balia del mare con ognuno la propria zattera. Credo che ognuno di noi lo sappia, a modo suo". Storie di sesso, di malavita e di pericolosi intrecci con lo sfondo dell'epoca dove è ambientata la storia sono gli ingrediente per un piatto ben cucinato. "Nessuno in realtà possiede nulla, può solo scegliere di appartenere a qualcosa. La capacità e la fortuna son un valido aiuto nel prendere una decisione." questi fattori si mescolano continuamente nelle vicende alterne di un particolare procuratore come si scopre essere Bravo nel corso del libro. Dalle vette alle difficoltà come nelle storie umane che si rispettano, il protagonista affronta tutte le sue vicende con un occhio di riguardo a quell'enigmistica che si rivelerà fondamentale. Un finale con rischio di banalità, schivato e non schivato che però non modifica il giudizio general sul libro. Un buon "ritorno" ad una scrittura apprezzabile e gradita, un libro certamente che non arriva alle vette di "Io Uccido" ma riabilita lo scrittore Faletti nel mio personale cartellino. Una seconda chance concessa a ragion veduta. Un libro leggibile e godibile, specialmente per gli amanti dei gialli/noir.

Nessun commento:

Posta un commento