venerdì 2 maggio 2014

Ci mancavano gli applausi

Kiave di lettura n° 81

Ho scritto per la prima volta della storia di Federico Aldrovandi cinque anni fa ma questo paese si deve far sempre riconoscere affinchè le storie già orribili diventino sempre peggiori. Non è bastata la vicenda, non è bastato il dileggio di alcuni cosiddetti senatori della repubblica, non è bastata la sentenza definitiva per far tacere colpevoli e dirigenti dei colpevoli, non son servite le mobilitazioni e le raccolte di firme per avere quella giustizia che sarebbe dovuta ed il minimo sindacabile, non son bastate manifestazioni/provocazioni/minacce a Patrizia Moretti (la mamma di Federico) da parte dei colleghi dei condannati per omicidio. C'è sempre un scalino più verso il basso che questo triste paese riesce a compiere, evidentemente "LA MERDA ATTORNO" a questa vicenda non era sufficiente. Ne serviva altra. E così per non farci mancare niente, l'altro giorno al congresso nazionale del sap (tutto minuscolo perchè non sono meritevoli delle maiuscole) ci sono stati cinque minuti cinque di applausi per gli assassini di Federico evidentemente considerati eroi o vittime di un'ingiustizia, non si capisce bene. Esattamente pochi giorni dopo che le forze dell'ordine avevano avuto il riconoscimento come esempio da seguire nel giorno della resistenza da parte dell'uomo dal monito facile si sono fatti subito riconoscere. Con un gesto di cui vergognarsi, con l'arroganza di chi sa di essere considerato sempre una spanna sopra agli altri, con la violenza di un applauso che riapre ferite e coscienza mai addormentate. 
Quegli applausi feriscono tutte le persone con una dignità, fanno ribrezzo a tutti quegli italiani che vorrebbero vedere nelle forze dell'ordine figure di cui andare fieri, schifano tutti quelli che conoscono la vicenda di Federico nei dettagli, nel percorso e negli orrori che si sono susseguiti tra processi/dichiarazioni/menzogne/minacce/soprusi/condanne/vergogne.
Per fortuna, in questa vicenda c'è anche chi usa cervello ed ha uno spessore morale da cui trarre costantemente insegnamento. Parlo dei genitori di Federico che hanno commentato così:
"E' terrificante, mi si rivolta lo stomaco. Cosa significa? Che si sostiene chi ha ucciso un ragazzo in strada, chi ammazza i nostri figli? E' estremamente pericoloso."
"Si può dire il falso, si può depistare, si può uccidere senza ragione, si può essere pregiudicati, e nonostante delinquenti rimanere a libro paga di tanti cittadini onesti e alla fine...essere anche applauditi per cinque minuti. Orribile, soprattutto per chi per quella divisa ha dato la vita"
Queste due persone, hanno perso un figlio per la mano assassina di quattro poliziotti, sono stati derisi, umiliati, minacciati ed ogni volta vengono riaperte le loro feriti con gesti inqualificabili come questo. Nonostante questo non hanno mai perso la misura, sono sempre rimasti attaccati al loro stile ed alla loro cultura e soprattutto hanno dato da sempre esempio di lucidità e dignità.
Per loro, per Federico, per la giustizia, sarebbe il caso che finalmente qualcosa venisse fatto, qualcosa di concreto e di tangibile non limitandosi alle vuote parole di cui ci si riempie la bocca il giorno dopo solo per far bella figura. Il capo della polizia, il ministro dell'interno, il presidente del consiglio e quello della repubblica se davvero hanno a cuore questa situazione ed il rispetto di qualcosa presente sulla loro bocca ogni tre per due, la moralità, farebbero bene a lasciare la penna o il cellulare per le dichiarazioni di facciata e spendersi invece per fare qualcosa di concreto per una vicenda che davvero lo merita. Una volta tanto.

Nessun commento:

Posta un commento