domenica 27 luglio 2014

Un esordio di qualità

Kiave di lettura n° 93

Mi ero perso il film alla sua uscita cinematografica anche se mi incuriosiva e non poco, sia per il soggetto che per l'autore del film.
Apprezzo molto infatti la capacità di Pif di rendere personale ogni racconto ed ero curioso di vedere come si poteva abbinare e legare al soggetto e se il suo stile "da testimone" poteva reggere anche nella realizzazione di un film.
Ebbene ogni curiosità è stata soddisfatta ampiamente, Pif è riuscito infatti ad andare ben oltre a "IL MURO DEL SUONO" delle ovvie parole che di solito sono utilizzate per descrivere e raccontare storie di mafia. Lo stile di Pif emerge anche nel film e la sua naturale semplicità fa da linea comune a personaggi e trama. Ogni personaggio è descritto e raffigurato semplicemente come in una commedia ma lo sfondo è ben più complesso, vive delle ombre degli omicidi mafiosi in terra siciliana negli anni Ottanta/Novanta nei quali lo stesso Pif si trova in modo parallelo quasi toccato, per vicinanza o conoscenza di alcuni protagonisti. In molti momenti si ha l'impressione che la commedia vada oltre la mafia e percorra una strada solo marginalmente toccata dall'argomento, ma non è così. Il film arriva ben presto dove vuole arrivare e il messaggio passa bello chiaro con un finale che pesca a piene mani nelle esperienze da "testimone" dello stesso Pif facendo tornare alla mente anche parti della sua intervista a Saviano, che vi invito a cercare e vedere per la sua semplicità e la sua profondità se non avete ancora avuto la fortuna di vederlo.
E' una ventata di aria fresca e pulita, pur essendo un'aria non leggera e frivola ma legata ad una riflessione che non manca di essere sempre presente. Gli attori che fanno parte del film sono in realtà davvero quasi tutti come protagonisti secondari rispetto alla trama ed al suo percorso. Pif riesce a far riflettere e tenere bene in memoria, come dicevo una settimana fa per Danielino, un argomento e fatti che fanno parte della nostra storia e che per non ripetersi devono non essere dimenticati. L'ambientazione è semplice e la trama può apparire magari anche banale, ma quello che rappresenta non lo è per niente. Il crescere del protagonista con la presenza grigia di rapporti mafiosi evidenti o latenti non è un crescere banale ma a piccole gocce immette in lui la consapevolezza e la dimensione di uomo che nel finale "da brividi" emerge e viene fuori come una bellissima esplosione che fa da contraltare alle tragiche esplosioni protagoniste in altri momenti del film. Veloce nel guardarlo e nel provocare un sorriso riflessivo ma soddisfatto. Esame da regista superato a pieni voti, complimenti PIF.

domenica 20 luglio 2014

Due giorni, due canzoni...da NON dimenticare...

Kiave di lettura n° 92

Non so perchè certi anniversari riescono a fare più presa di altri, magari ugualmente importanti. Negli anni mi sono trovato quindi di fronte al "ritorno" di certe date e di certe ricorrenze e da quando scrivo su questo blog mi accorgo che mi ritrovo a voler aggiungere un piccolo ricordo ogni anno. Quest'anno, mi va di abbinare due date particolari e che da sempre hanno lasciato un segno importante dentro. Lo faccio abbinandole ad una linea comune, data dal non rispettare l'indicazione del mio Poeta del "NON DOVETE  BADARE AL CANTANTE". Questa volta al cantante bado e non posso non notare che per entrambi gli eventi, il buon Danielino ha accentuato i miei ricordi con due pezzi in pieno suo stile. Di quelli che arrivano dentro e che restano. Si legano ad eventi totalmente diversi ma che sono descritti nel suo modo migliore, quello di un racconto in poesia di qualcosa di difficilmente poetico. 
Parlo dei tredici anni passati proprio oggi dal G8 di Genova che non riesco a cancellare dalla memoria e che soprattutto voglio tenere SEMPRE in memoria. Dall'omicidio di Carlo Giuliani alla mattanza della Diaz e non solo. Un evento che ha portato "la sospensione della democrazia" come dice Amnesty International ma che è passata praticamente sotto silenzio. Un ricordo che mi porta sempre ad un pezzo perfettamente riuscito di Danielino, che anche lui abbina a quell'evento anche se all'interno di un percorso più lungo di realizzazione. Un pezzo che ai suoi concerti è uno di quelli che mi arriva di più, che apprezzo per testo, musica e capacità di essere stato realizzato. Parlo di "Il mio nemico".
Di argomento diverso, ma per il quale ieri ricorreva l'anniversario del 22° anno, è la strage di via D'Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Una storia non dimenticata nel cuore di molti, ma volutamente obliata nella testa e negli atteggiamenti di molti. Una vicenda che fa ribrezzo per il suo inizio e per la sua prosecuzione, una storia per la quale in molti chiedono verità ed in molti lavorano per tenerla nascosta. Danielino è riuscito qualche anno fa a raccontarla a modo suo. Con una tonalità ed un pezzo che inizialmente, solo inizialmente, sembra dagli accordi e dal ritmo estraneo all'argomento che tratta ma che quando ti entra dentro ti lascia il messaggio per il quale è stata scritta. Un appello che parte a mò di canzonetta ma arriva allo stomaco con le dichiarazioni dell'epoca di Caponnetto che dovrebbero essere riproposte alle orecchie più "dure" ogni giorno. Parlo ovviamente di "L'appello".
BIGNAMI: due date vicine ma totalmente diverse, ugualmente e diversamente orribili, per i quali il senso di "misteriosamente impunito" è forte e marcato. Due date da tenere vive sempre, grazie anche a Danielino.

martedì 15 luglio 2014

Borja a vita

Borja Valero "E' giusto dire legato a vita a Firenze. Ho rinnovato fino al 2019, sono onorato".
Caro Borja, sapessi noi!!
UBRIACO DI BORJA VALERO, IL MIO CAPITANO

venerdì 11 luglio 2014

Un venerdì clamoroso

Kiave di lettura n° 91

Classico venerdì con una kiave di lettura che racconta di un venerdì di qualche settimana fa. Infatti, da quando il duo vaschiano ci ha reso entusiasticamente partecipi (ed un pò sanamente invidiosi) della loro trasferta milanese ad omaggiare il loro poeta, frullano in testa e negli occhi un pò di più le splendide immagini dell'ultimo incontro avuto con il mio di Poeta. Era atteso da tempo il suo debutto e l'apertura del suo nuovo tour come evento nel nostro personale curriculum di concerti visti, in più il personale esordio all'Olimpico aggiungeva attesa e fascino.
Regalandoci una partenza "larga" ed un "comodo" rientro abbiamo allargato la possibilità di riuscita della trasferta romana anche se in realtà, conoscendo bene il Poeta e benissimo il gruppo di partecipanti non c'era bisogno di aiutini. L'ultimo album inoltre non nascondeva insidie o pericoli di poco apprezzamento, anche se il biglietto romano era stato acquistato addirittura prima della sua uscita. 
"Te 'untufai testo" è la frase più ricorrente che mi sento dire quando si parla del Poeta e della valutazione dei suoi lavori. Ed io, come già detto spesso, lo confermo: 'unfotesto. E così c'era solo da mantenere tutte le premesse per avere un concerto ed una trasferta spettacolare.
E' certamente servito un tragitto "pari pari" per raggiungere la capitale, una compilation che non parte, una compilation che parte e corre via, le lacrime da risate del pilota quelle del navigatore quelle della coppia divisa da seggiolone, una sosta al sapore di birra e salame, una traversa con rischio vetro rotto, una birra selfservice, una camera all'attico, una doccia sempre occupata, un terrazzino tutto compreso in conto balordo, un quinto postoletto per un ritardatario purtroppo non accettato anzi squadrato con un "mi raccomando", un pub improvvisato da imitare e da svuotare, un frigo impossibile da aprire per dei novelli Lupin fiorentini, un concerto in concorrenza con la beatificazione di amici di Francesco, un ascensore di prestigio, un "arrivederla" due passi diventa quattro poi otto forse sedici, una trastevere che sembra la movida spagnola, una birra al pepe, un cacio e pepe alla birra, una birra al festeggiato, un "la vole far imbriahare" "c'è bell'è riuscito", un balordo che ha capito, un conto sempre più salato da addebitare al solito cliente, gli autovelox da segnalare ed i limiti da rispettare, il ritorno da organizzare, un capitano che riconosce al primo assaggio, un bevitore dal passo spedito, una carbonara che non c'è partita, una coda per il Papa da assecondare, le previsioni per i Mondiali, un montenegro medio, un ritmo birre da centometristi quando c'è da correre la maratona, un ingresso da premi nobel, un balordo che entra al Coni, una conversazione oxfordiana sui scalini capitali, un attesa che vola via, un balordo che ci supera senza vederci,  un ruzzolone addosso ad un malcapitato ma con le birre salvate, un conto alla rovescia che parte che non sembra nemmeno il momento dei gruppi di appoggio, un abbassare di luci nel tramonto, un accendersi di luci nel concerto.
Tutto utile e fondamentale ma alla base gli elementi indispensabili sono gruppo e concerto. Ed allora una scaletta perfettamente iniziata in modo prevedibile e chiusa in maniera meno prevedibile fa da colonna sonora ad un venerdì romano davvero particolare. Liga si presenta con occhiali scuri e capelli bianchi e ci tiene sulla corda due ore e mezzo. Su una corda fatta di praticamente tutto l'album nuovo (dodici su tredici), accantonando (purtroppo) "ARRIVEDERCI MOSTRO" quasi del tutto e riproponendo alcuni pezzi che risentire è sempre uno struggente piacere (leggero e lambrusco e pop corn).
La scaletta è perfettamente mixata, non ha buchi o rallentamenti di ritmo e stile, la sonorità è impressionante ed entra dentro fino a trascinarci per due e ore mezzo senza interruzioni. Ci troviamo spesso a dirci "che spettacolo", come se fosse il nostro primo concerto, come se Liga fosse al debutto con noi: occhi lucidi di emozione, brividi intensi da condivisione ed un fiato che in alcuni momenti manca per la calca pressante ed i salti dettati più dalla birra e dal ritmo che dalla nostra reale condizione atletica. A questo giro la sensazione di poca generosità per la durata del concerto non c'è: la sensazione è di completezza e lascia solo applausi e brividi in ognuno di noi regalando due foto da brividi. La prima, più intensa, quella sulla canzone che temevo di più e che è arrivata "alla vigliacca" (cit. Poeta) proprio come immaginato ma che ha coinvolto non solo me e questo ha allargato sì l'effetto ma l'ha anche anestetizzato. La seconda, più bella, quella di un unico infinito abbraccio su certi notti, nato "così" forse sulla canzone meno invocata o preferita ma che in quel momento è diventata perfetta colonna sonora. Queste due foto e quella che ci ritrae sulle scalinate del Coni con pepita da mangiare ed un numero infinito di birre da bere e bevute tutto intorno sono quelle che fotograferebbero al meglio tutto questo post. Ma non sono fotografabili realmente perchè mancherebbero le sensazioni a margine, quelle risate senza un vero e proprio motivo comprensibile e quegli abbracci tra il riso ed il pianto pieni di motivi qui invece più che comprensibili, palesemente e pesantemente evidenti.
Le premesse c'erano tutte, era difficile sbagliare. Pronostico facile senza dubbio. Ma rispettato anche oltre le aspettative. Per un venerdì romano davvero clamoroso.

venerdì 4 luglio 2014

Un viaggio da dire "Bravo davvero".....

Kiave di lettura n° 90

A volte trovare la kiave di lettura è davvero "facile". Basta seguire quelle strade che conosci già da un pò e che ti hanno ispirato cose importanti e ti ritrovi ad osservare un bel paesaggio di scrittura, la capacità di metter giù parole ed immagini che arrivano "ALL'ANIMA TUTTO" sommato in maniera naturale e diretta anche se spesso fanno percorsi diversi da quelli a te noti. Ed allora capita di imbattersi in un post dallo stile inconfondibile, che leggi tutto di un fiato per la voglia di vedere come va a finire un percorso che hai seguito a volte da spettatore distratto a volte da persona più presente ma sempre con lo sguardo interessato di chi ha a cuore protagonista e vicenda.
Un post che è quello che ti aspetti per la capacità di fotografia e che come sempre non ti aspetti per il modo in cui è scritto perchè la banalità e la ripetitività non è marchio di fabbrica di quell'autore. Parole che ti fanno riflettere, che ti fanno immaginare, in cui ti rivedi o ti immagini e che ti danno una gratificazione che ritieni anche eccessiva rispetto a quanto pensi di meritare. Righe ed immagini che ti calano in un viaggio lungo fatto tutto "sui pedali ed a testa alta", di quelli che ammiri ed applaudi.
Ed allora in questi casi è molto semplice trovare la kiave di lettura settimanale, basta un piccolo aiuto da Screen Hunter per l'immagine ed un "inserisci link" da parte di blogger
A voi buona lettura, all'autore di questa kiave di lettura solo complimenti ed un GRANDE "bravo davvero".