domenica 29 maggio 2016

Applausi veri per Virzì

Kiave di lettura n° 185

Da sempre il suo stile è riuscito a far centro nei miei gusti cinematografici. Non sono un esperto in materia, e spesso mi affido più alle sensazioni a pelle o al "nome" dell'attore, in rari casi a quello del regista, lui è uno di quelli. Parlo di Paolo Virzì come ho avuto modo di scrivere, uno, due, tre volte.
Il tema del film era di quelli che potevano essere la famosa buccia di banana per molti, ma non per il regista livornese. La storia è basata su una strana coppia che si forma in una comunità terapeutica del pistoiese, dove una "signora dal doppio cognome" e dai modi aristocratici stringe amicizia con una ragazza rifiutata da tutti e con il solo punto di riferimento di un padre che l'ha abbandonata per un carriera da cantante di locali. Una con i suoi vestiti di lusso ed i suoi atteggiamenti da signora altolocata, l'altra con "senza fine" nelle cuffie con la convinzione che sia una produzione del padre. Le due troveranno uno strano feeling dato da diversità e poli opposti ed in una sorta di omaggio a "Thelma e Louise" partiranno per una sorta di fuga alla ricerca di spazi e di chiarimenti di quello che nelle loro vite era rimasto aperto. "Tu sei matta" è la frase che a vicenda le due si ritrovano a dirsi, "matta vera" per rafforzare la propria opinione. Due piccoli esempi del percorso tra la dolcezza e l'amaro della realtà che le circonda e che colora il film. Non mi piacciono le anticipazioni troppo accurate, quando sono troppo esplicative del racconto e della trama quindi mi fermo qui. Vi racconto però di quanto Donatella e Beatrice siano perfette in questa storia, quanto Micaela Ramazzoti e Valeria Bruni Tedeschi che le interpretano siano bravissime, da applausi.
La storia è raccontata con la solita amara ironia dal maestro livornese, "NON SERVONO PAROLE" clamorose per descrivere la sua capacità di rendere commedia anche il dramma e di rendere commovente anche la commedia. Ci sono momenti in cui si ride, amaro, ed altri in cui ci si commuove, di cuore. La storia potrebbe cadere nel patetico o nel già visto, ma sfiora soltanto questo rischio e nel percorso tra latin lover improvvisati (il grande Bobo Rondelli e la sorpresa Graziano Salvadori), vecchi parenti indisponenti (Marco Messeri e Bob Messini) e sguardi di passanti incuriositi ("signore tutto bene?" "noi sì grazie, e voi invece con quegli strani indumenti?") arriva a completarsi con un racconto finale sulla passeggiata di Viareggio che mette a dura prova lacrime e commozione ed esalta lo stile e l'interpretazione di un duo di protagoniste clamorosamente allineate su un voto da lode.
Un cast perfetto, nelle scelte degli attori e nelle scelte interpretative degli stessi, un "copione" che non cade nel patetico o nel banale ma nel dolceamaro di una commedia piena di affetto e di stile. I paesaggi toscani, lo sfondo di Calafuria, il percorso della passeggiata di Viareggio accompagnano Micaela e Valeria in una lunga camminata ideata e strutturata in modo perfetto ed interpretata e vissuta da loro in maniera egregia e da chi ha la fortuna di guardarle in questo grande film in modo totalmente rapito ed ammirato.
BIGNAMI: come ho consigliato ai miei colleghi, dico anche a voi la stessa cosa: "andate a vederlo e veloci, che sia mai debba essere tolto e sarebbe un rammarico clamoroso".
Ancora complimenti Virzì, davvero un gran film.

lunedì 23 maggio 2016

Liste e percorsi più o meno paralleli

Kiave di lettura n° 184
Dopo qualche settimana di assenza, torna una kiave di lettura dal sapore tutto librario, con tanto di bis per un'autrice già presente nel mio personale Katalogo, del cui libro vi ho raccontato un po' di cose non troppo tempo fa.
Questa volta invece il libro è il seguente....
CHIARA GAMBERALE - "Quattro etti d'amore, grazie" . Mondadori
Il libro di Chiara Gamberale era sullo scaffale della Feltrinelli ed il suo titolo "curioso" mi ha invogliato, spinto anche dal positivo esordio con l'autrice avuto non troppo tempo fa. Nelle corsie di un supermercato nascono pensieri provocati da incontri fortuiti di due donne, che finiranno per incrociare nei fatti solo parzialmente le loro vite, mentre lo faranno molto di più nei pensieri e nelle reciproche immaginazioni.
Due vite totalmente diverse, una da star, una da "normale" impiegata, ma l'una l'aspetto desiderato dell'altra. Il racconto oscilla con un ping pong di liste per la spesa e racconti in prima persona alternati dalle due protagoniste.
Nel loro essere diverse totalmente si sfiorano argomenti simili, dai segreti "nessuno può essere complice di un segreto da cui è il primo a dover essere protetto" alle insicurezze "ci dimentichiamo di vivere ma poi ecco qualcuno che ci ricorda come si fa" ; dai feeling "l'unico essere umano che è arrivato lì nel fondo di me dove non credevo ci fosse spazio che per uno specchio" alla considerazione dell'amore "l'amore certi miracoli li fa"; dalla totalità delle passioni "il cuore si è sfarinato, sciolto, sparso fino ai polsi, alle caviglie, alle orecchie" alla paura di viverle "sicura che tu sia fuggita e non ti sia solo nascosta?"; dalle considerazioni familiari allargate ma anche solitarie "le cose che penso le penso con tre teste però sottovuoto sono sola" a quelle totalmente di coppia "se ami una persona se ormai dentro il tuo cuore ormai batte il suo, che senso avrebbe non passare tutta la vita con quella persona?" per finire collegate totalmente in un concetto generale comune "siamo tutti forse il Peter Pan di qualcuno".
Gli spunti di riflessione non mancano e nell'apparente banalità e leggerezza dell'incipit di ogni capitolo dato dalle liste delle spese in realtà in realtà poi si ritrova ben altro. Due protagoniste con i loro elementi e le loro caratteristiche, a volte sovrapponibili a volte talmente diversi da completarsi ed incastrarsi quasi in una personalità dalle sembianze bipolari. Il libro passa quindi dal "semplice" al profondo, non sempre nella migliore delle modalità, offrendo anche rallentamenti che in alcune parti rendono la lettura meno scorrevole di "La zona cieca" , "MA QUESTA CORSA LA" Gamberale la porta comunque a casa. Senza troppi colpi di scena oppure trame clamorosamente avvincenti, ma questi "quattro etti d'amore" hanno il giusto sapore, magari non DOCG ma certamente DOC.
BIGNAMI: se per "La zona cieca" il mio giudizio arriva a toccare anche le quattro stelle abbondanti su cinque, questo libro arriva alle tre con qualche fatica ma anche tante riflessioni e pensieri che restano e lasciano il segno.

lunedì 16 maggio 2016

Domenica da TEN

Più o meno dall'anno scorso, con la mia spalla di una vita, ci eravamo dati appuntamento lungo le sponde dell'Arno per metterci alla prova con qualcosa di nuovo. All'inizio era solo un "si potrebbe" ma poi piano è diventata un obiettivo vero e proprio, tanto da tirare dentro anche altri malcapitati. Doveva essere pioggia e quindi addirittura corsa bagnata, ma è rimasto un doveva. Così la mattinata si è presentata luminosa e limpida, tanto che la magliettata doppia "fidati fa uscire il sudore" (io onestamente il sudore che rimane dentro devo ancora vederlo...) ha messo a rischio la sopportazione da rischio caldo. Eravamo lì e quasi sembrava non toccasse a noi, prima al bar a prendere il caffè ed a dire le solite scemenze, poi nelle foto contro/a favore vista/non vista Santa Croce, poi negli abbracci prepartenze e nell'apprezzare l'unica maglia senza la scritta perchè coperta dal pettorale, ed infine nella "regolazione" degli strumenti teNNologici mentre il giovincello della Palude era nel secondo blocco e ci regalava dieci minuti di vantaggio a noi vecchietti, annunciando "tanto vi ripiglio".
Sembrava non toccasse a noi, in quella fiumana gialla sui lungarni in attesa del via. Quando la marea si è mossa, la partenza è stata lenta, bloccata dai tanti che dovevano mettersi in moto, poi magicamente anche quelli davanti a noi si sono incamminati e solo in quel momento è stato chiaro che toccava davvero anche a noi. Dopo aver scansato il "fotografo suicida" e schivato "la variante coriandolo" ci siamo messi in moto, con il fantasista dei lungarni che più del caldo metteva a rischio il nostro fiato facendoci ridere proprio mentre il primo ponte era sotto i nostri piedi. Da lì il capitano con le lacrime agli occhi, ha richiamato all'ordine ed alla concentrazione e davvero la corsa è cominciata. Abbiamo affrontato l'inizio della salita per il Piazzale ognuno con il suo passo come ci eravamo detti prima della partenza. Per un po' ho visto il capitano ed il fantasista lì accanto e sentivo la presenza della spalla di una vita forte e sicura come sempre a coprirmi le spalle come accadeva a calcetto e come tutt'oggi sempre per ogni cosa, poi dall'altezza del semaforo per il Surf Ventura è cominciata davvero la mia DeejayTen.
Ho cercato nel cellulare una playlist adatta per il momento e solo lì mi sono accorto che non ne avevo fatta una per l'occasione, allora sono andato sul sicuro selezionando artista, scegliendo Liga e lasciando fare al random. Avevo bisogno di sicurezze, visto che il percorso era totalmente nuovo e mi sentivo di non essere così certo nel mio passo. Piano piano mi sono sciolto, ho trovato cadenza e ritmo giusto che ho cominciato passo dopo passo a riconoscere come il mio, con l'aggiunta della mia Firenze che mentre salivo verso il Piazzale ogni tanto faceva capolino alla mia destra. Il random ha iniziato con c'è sempre una canzone e mi pareva adatta per farmi capire che anche per quella giornata il ritmo giusto me lo poteva dare la musica;  "per caso o per fortuna" il passo si è disteso ed è diventato quello utile per farmi salire senza troppi affanni in mezzo a quel grande mare giallo che stava sudando come me, chissà se anche loro imprecando come il giovincello grossetano "vai in culo te e la magliettina sotto, tra un po' collasso dal cardo" in una sorta di zoo unico, lo stesso che Liga mandava a memoria nelle mie orecchie aprendo poi la strada a buonanotte all'italia, splendida canzone ma che non era esattamente quella che serviva per forzare il passo ma quella giusta per lodare "la bellezza senza navigatore" che piano piano stavo raggiungendo. Arrivati infatti alla vetta si è aperto il mondo, la più bella di tutte era lì e si mostrava nella sua splendida immagine da cartolina, immobile mentre intorno correvano quindicimila magliette. Sarebbe stata da foto e il giovincello quel selfie giustamente se l'è regalato, prima di continuare il percorso, che proseguiva comunque in salita anche dopo il piazzale, come annunciato dal fantasista che aveva provato il tracciato. Dopo poco però la strada comincia a scendere e quasi magicamente appaiono i sogni di r&r nel random proprio mentre si passa nel punto che ho già definito come uno dei miei scorci preferitiun sogno la visuale, un sogno poterla ammirare in quel modo.
"Guai a chi ci sveglia" ma per fortuna a risvegliarmi è l'area ristoro attorno ai 5km che con doppia razione di sali e acqua in aggiunta mi dà il nuovo sprint per ripartire di slancio e questa volta il cellulare mi aiuta facendo partire i ragazzi sono in giro e il suo ritmo mi porta di slancio ad affrontare la discesa ed a ritrovarmi a Porta Romana prima di quanto immagini, mentalmente penso che ci sono ancora i ponti da fare e non devo darla per finita. Intatti via Romana sembra più lunga del solito e i sali cominciano a finire i loro effetti anche se la gente accanto al percorso che ogni tanto applaude e sorride dà una carica diversa ma comunque importante. Scorre via Piazza Pitti ed arriva il primo del tris di ponti, IL ponte magico più che vecchio, impossibile da calcare in una corsa, visto il livello abituale di presenze turistiche. Il Bar Mario e "rombo che domani ripasserà" mi accompagnano nell'affrontarlo mentre la preziosa tifosa/reporter ci immortala nelle nostre prime (...o quasi...) espressioni di fatica, regalandoci i primi souvenir fotografici preziosi che poi ripeterà all'arrivo. Saltato il Ponte Vecchio ne arrivano altre due con in mezzo i lungarni a regalare un serpentone unico da brividi, che arriva alle stelle quando il random bastardo propone "per sempre" che non riesco a saltare ma chiaramente affatica la corsa o almeno la rende ancora più emozionante. Firenze è lì, magica più del solito, meno caotica dell'abituale anche se con tutta quella gente di corsa e meravigliosa da osservare, ferma da ammirare con gli occhi a cuoricino. Sembra impossibile, quei minuti di quella canzone sono e restano ancora oggi infiniti nella mente, la fatica aumenta e si mescolano con la bellezza della città del giglio, la potenza di questi km già macinati e l'emozione che quel "ce la faremo" finale della canzone spinge ai massimi. L'ultimo ponte apre l'obiettivo di piazza Repubblica che erroneamente battezzo come l'ultimo scalino prima dell'arrivo visto che non immagino, sbagliando, la passerella intorno al Duomo. Certamente un tocco finale di classe che però aumenta le sofferenze. Il muro del suono accompagna gli ultimi sforzi, gli applausi e le foto di giapponesi incuriositi e fiorentini divertiti fa da lancio all'ultimo sprint. Via Calzaioli è sì l'ultimo strappo "potrebbe fare selezione" "che selezione vuoi che faccia l'è a dù metri dalla fine" e gli ultimi sforzi hanno ormai l'arrivo a portata di gamba, il passo si allunga e si può cominciare a sorridere. I dubbi sul farcela che si erano manifestati prima del ristoro e appena visto l'obbligo del giro attorno al Duomo scompaiono, mi lancio con Liga che attacca il centro del mondo, passo sotto il traguardo e guardo il tempo.
57 e 12. Mi apro in un sorriso, non era la cosa principale il tempo ma vederlo sotto l'ora di ben tre minuti mi fa davvero contento e sentire tutti i muscoli ancora vivi ancora di più. Il sacchetto del ristoro è l'ultima tappa prima del ritrovo con il gruppo e lì, tra odori di soffritto misto, stanchezze infinite, arriva probabilmente il momento più bello. Quello che in un abbraccio infinito, in un ideale random accompagnato da sarà un bel souvenir, lanciato dalla spalla sicura di una vita e immortalato dalla sempre più preziosa tifosa/reporterevidenzia il senso infinito della giornata: "LA FORZA DELLA BANDA". Ci sono caviglie gonfie, ghiacci da mettere, macchine da recuperare, medaglie da apprezzare, "paradeejay" da ideare, tempi da guardare, battute da fare e continuare a proporre, temporali che sembrano in arrivo, birre da bere e panini da mangiare o meno, ma quello che resta come cosa principale è esattamente quella forza, quella banda e quel magico sfondo e scenario che ha fatto da panorama e protagonista di un corsa lunga 10 km e 57 minuti.
Permettetemi un PS. Quelli che vincono le medaglie che contano di solito le dedicano, ecco non mi sono così bevuto i'capo da pensare di essere in condizione di poter far dediche di quel tipo, ma io lo voglio fare ugualmente e la dedica va ai protagonisti di questa domenica da TEN, quei protagonisti che ho provato a descrivere in questo post proprio con un grassetto, un corsivo ed il colore viola. Nessuno me ne vorrà se una dedica ancora più speciale va a chi quel tagliando me l'ha fatto trovare in una busta e come spalla sicura di una vita non poteva certo mancare in una domenica del genere, come del resto, da sempre, non manca mai.

sabato 14 maggio 2016

Passo...si spera primo...

Kiave di lettura n° 183

Qualche tempo fa avevo espresso la mia opinione sulla vicenda dell'unioni civili ed il dibattito che aveva "innescato" l'inserimento o meno della stepchild adoption (termine che in sè mi fa venire voglia di mettere solo i...) nel provvedimento. Sono passati quasi tre mesi e la legge è arrivata in porto. Come ho avuto modo di scrivere, l'occasione di fare un passo avanti, bello, deciso e moderno ce la siamo giocata nella sua totalità. Tutto questo, per colpe varie, di vario livello e varia importanza, ma di quello ho già scritto e rileggendo quel post non cambio di una virgola il mio pensiero. Se qualcuno vuol approfondire trova quel post pronto, che sostanzialmente dice che i passi avanti che si potevano fare ci potevano portare finalmente ad essere paese allineato ai tempi e non legato ai retaggi sottoculturali di un Paese investito da laicità solo a parole. La questione adesso però va oltre la politica ed agli errori di questa o quella parte/partito. Infatti, questa settimana è passata da questione politica a tema "sociale" e di attualità, così come è variata "l'etichetta" dei miei post su questo argomento, da politica ad attualità.
Quel che invece mi piace sottolineare oggi è l'angolazione diversa da cui in questo momento la cosa può essere vista. L'altra sera a Gazebo (sempre di più una delle poche trasmissioni, tra le uniche, a far servizio pubblico) ho visto un'intervista a Vanni Piccolo, attivista della prima ora per il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto. Ed ho capito che forse il mio punto di vista era un po' troppo snob nel riconoscere soltanto il lato "residuale" di una legge che presenta molti lati migliorabili e soprattutto lascia aperte tante porte ad interpretazioni e dubbi legislativi e non solo. C'era nelle sue parole ed in quelle di molti attivisti molto di più di un "CHI S'ACCONTENTA GODE COSI' COSI'" che forse mi sarei aspettato. Ed erano parole sincere e vere, non come quelle piene di opportunismo politico di altri che inneggiano alla vittoria clamorosa per un provvedimento, che loro stesso avevano definito "inaccettabile senza la stepchild" o "una sconfitta che mi porterebbe a lasciare la politica".
In quelle parole vere di Vanni Piccolo ed in quelle lette e sentite di altri realmente e sentitamente attaccati alla causa ed al provvedimento ho letto qualcosa che mi ha fatto riflettere bene. Forse davvero poche volte come in questo caso, il vero giudizio iniziale dovrebbe essere lasciato a chi prima non veniva minimamente riconosciuto ed adesso lo è. Non cambia questo il mio giudizio e la mia analisi, ma leggere in quelle parole un "finalmente possiamo esistere" ha scosso la mia sensibilità particolarmente. Ed allora almeno speriamo che questo sia il PRIMO passo e non l'unico e soprattutto l'ULTIMO per diritti che a me sembrano sempre più scontati e indiscutibili ma che invece arrivano soltanto oggi ad affacciarsi nei nostri diritti di cittadini di questo laico Paese.

lunedì 9 maggio 2016

Cinqueemezzo

37^ - Campionato
FIORENTINA - PALERMO = 0-0
GOAL: ----
vedi sintesi tratta da youtube
LA PARTITA ed IL KOMMENTO:
Cercare di descrivere la partita di ieri è di una difficoltà quasi unica, vuoi per l'inutilità e la pochezza della stessa vuoi per i festeggiamenti da ultima in casa pre e post partita targati Moonshine. Il "capitano", quello vero e non il 23, mi aspetta al varco "voglio vedere domani come tu fai a dare i voti" (cit) e non voglio sfigurare quindi mi arrendo subito alla difficoltà. La partita offre pochi spunti e molte pinte nonostante il nostro Jilberti di fiducia ci dia il buon esempio con il "oggi solo una, non sono al massimo" (cit.). La viola con Kalinic/Ilicic/Zarate/Berna farebbe pensare ad un 11 di attacco ma in realtà le occasioni latitano, "fioche come la voce di Enry" (cit) e nel primo tranne un paio di tiri a rientrare da segnalare c'è solo il tempo che cambia dal maniche corte, alla felpa, al giallonebluone. La ripresa si segnala per un giro (uno?!?) ai bagni, diverse sostituzioni, qualche cartellino e la standing ovation per il 23 che saluta la compagnia. Pur avendo la considerazione nota del giocatore, giusto il riconoscimento a livello di applauso....quando poi è partito il coro "c'è solo un capitano" mi sono unito anche io, ovviamente però rivolgendomi al mio capitano personale, accanto di seggiolino, con tanto di relativo abbraccione. Tata continua ad essere più o meno "spettatore abusivo" (cit), non molto di più di altri in campo, ma più o meno come Sorrentino che a parte qualche tiro sbilenco torna senza patemi in Sicilia. Finisce tra gli sbadigli 0-0 come una settimana fa, con un accenno di contestazione ed un grigio del cielo e del finale di stagione davvero sottotono, per non dire di peggio.
L'ultima puntata andata in onda è davvero di scarso livello, scarso attaccamento ad onorare il campionato fino alla fine ma soprattutto purtroppo in linea con una parte finale (nemmeno così piccola) di stagione che recita una vittoria su undici gare. In giro c'è poca fiducia ed entusiasmo sotto i piedi, sarà il finale, sarà che l'inizio c'aveva abituato male, ma davvero riaccendere entusiasmi ed emozioni sarà dura. Parte finale che merita un 4,5 anche 4 che fa da pari ad un inizio da 7,5 abbondante pure 8, tanto per dare due voti visto che le pagelle della partita reciteranno un 5,5 collettivo ("capitano che pole andare?") ampiamente in linea con il periodo e con la difficoltà di fare scelte per una partita del genere.
Anche a campionato chiuso però....
FORZA VIOLA...sempre...
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...visto stamani il risultato ma perchè volevo capire meglio dell'omonero, leggo cose agghiaccianti..."
LE PAGELLE
Tatarusanu sv
Roncaglia 5,5
Gonzalo 5,5
Astori 5,5
Bernardeschi 5,5
Borja Valero 5,5
Badelj 5,5
Pasqual 5,5
Ilicic 5,5
Zarate 5,5
Kalinic 5,5
Mati Fernandez 5,5
Alonso 5,5
Vecino sv
All. Paulo Sousa 5,5

domenica 8 maggio 2016

Domenica di maggio

Kiave di lettura n° 182

Per quelle mamme che da sole portano avanti una famiglia, per quelle che sono la giusta spalla per una famiglia numerosa, per quelle che lo stanno per diventare, per quelle che "NEL NOME DI CHI" hanno messo al mondo si annullano, per quelle che ti coprono di attenzioni quando sei malato, per quelle che confuse da milioni di impegni non riescono a ricordarsi sempre tutto, per quelle che sono presenti anche aldilà del possibile, per quelle che ti insegnano il modo di vivere, per quelle che vivono impaurite da soprusi ignobili e nonostante questo tengo testa alta e sguardo fermo per il bene del loro amore più grande, per quelle che non hanno dubbi su cosa c'è al primo posto nella loro vita dovesse anche costare mettere in un cassetto convinzioni e sogni più grandi, per quelle che sono un po' anziane, per quelle che sono molto giovani, per quelle che non sono la tua ma ammiri ugualmente orgoglioso di avere incontrato sulla tua strada, per quelle che corrono/rincorrono/si moltiplicano per non saltare un appuntamento anche minimo, per quelle che fanno trasparire amore verso la parte più importante di se in ogni sguardo/parola/attenzione, per quelle che per diventarlo hanno fatto fatica e percorso strade in salita, per quelle che trovi sorridenti anche dopo travagli infiniti, per quelle che si chiamano Vanna, per quelle che sono mamme più volte, per quelle che lo saranno, per quelle che ti fanno ammattire ma restano "intoccabili", per quelle che sono il giusto pezzo di un mosaico perfettamente colorato, per quelle che di ruoli ne fanno più di uno, per quelle che "vedrai tutto si aggiusta".
Per tutte loro non basta una domenica di maggio, ma questa domenica se la meritano proprio tutta.

lunedì 2 maggio 2016

Vette estemporanee

Per gli "estemporanei" non è mica facile trovare parole giuste per fotografare o descrivere caratteristiche o i motivi per cui certi "colpi di takko ai' giro" siano degli assist così invitanti. Ed allora forse la cosa migliore è quella di provare a raccontare uno di quegli attimi che sin dall'inizio sai che "SARA' UN BEL SOUVENIR" dalle vette elevatissime. 
Così, da vette montuose di qualche anno fa - ma sempre attualissime - a quelle necessarie per una giornata del genere, che segna sul diario 40 che come dice lui è cifra importante perchè "a 40 c'è la salvezza" (cit).

B: quindi ricapitoliamo...
K: ikkè tu vuoi ricapitolare?
B: Primo: tu m'hai fatto rientrare un giorno dopo dalla Svizzera e tu m'hai fatto perdere la Frusolina...
K: però la Frusoleria con la marmellata di peperoni tu l'hai ritrovata lì ad aspettarti....
B: e ci credo chi tu volevi la prendesse? E comunque la meglio l'è quella di zucchine verdi...
K: l'è di nulla, a me le zucchine 'un mi garban nemmen fritte....
B: poi secondo, tanto t'hai fatto e tanto t'hai detto che c'ha mandato nel locale a lume di candela...
K: ora solo perchè il cameriere t'ha fatto du' moine...
B: un'cominciamo eh..le moine l'ha fatte a te...io la candela l'ho anche spenta..
K: infatti unsivedeva nulla, sarà stato anche bono il mangiare eh....ma ci possano aver dato di tutto da mangiare....pe' ikkè s'è visto...
B: e siamo già a due....andiamo avanti, terzo...una volta che si passa il confine.....ci fermano alla dogana in uscita e tre metri dopo in entrata....
K: se t'hai la macchina "sospetta" dai la colpa a me anche di quello....
B: sarà stata la macchina ora....c'era tre gradi s'era in fruit e pantaloncini corti....
K: poi colpa tua, unt'hai voluto fare i traforo.....
B: e s'arriva al punto numero quattro "il traforo, il traforo" e poi quaranta minuti di coda nemmen per i Dream Theater e poi un tunnel inutile, parea il Melarancio....vaiavaia
K: però in coda per il traforo s'è fatto un filmino che a rivenderlo a Pieraccioni ci fa un film...
B: quello è vero....però come tu la metti con la serata svizzera in quel paesino famosissimo lungo lago....che tu ti ricordi benissimo come si chiama no?
K: quello l'è colpa tua, avanti indietro avanti indietro lungo lago...nemmen Carnasciali sulla fascia nei tempi d'oro...poi uno si confonde...
B: bah...la labirintite proprio...la meglio l'è codesta....e siamo a cinque...a proposito...che ti ricordi vero che lì si son perse le tracce della guida vero? E sono sei....
K: ancora con questa guida?!!? Ohiohi tornati a Firenze ti compro l'enciclopedia, la Svizzera dal Cucù al cioccolato....
B: tu me l'hai persa, mi pare il minimo....prima dell'albergo coi pittori nelle camere e la c'era.....
K: allora sarà stato un pittore a rubartela.....che colpa c'ho io?!?!
B: insomma via....in dù minuti te n'ho bell'è trovati sei di motivi.....
K: aspetta ti trovo il settimo......non ti girare...'uncicredo....
Ovviamente curioso come una scimmia....B si gira....
mr X: ueh....ma non ci creeeedo....
B in silenzio (mai visto zitto in vita mia) e mi guarda con l'espressione tipica del "non ci posso credere"
mr X: ma cosa ci fai te qua?!
B (io eh?!?): ehhh siamo in vacanza...
mr X: anche noi, veniamo sempre in montagna un po'...capisci...a riossigenarci....
B (uh simpatico): eh eh 
mr X: ma dove sono i tuoi? Ma dove li hai lasciati?
B (se un tu li vedi...): sono al mare....io sono in vacanza con un mio amico....
K: piacere...
mr X: anche voi a riossigenarvi? Anche a Firenze aria inquinata eh!?!?
B (ma ikkè tu voi?!?): veramente siamo solo in ferie in montagna...
mr X: e quindi non ci sono i tuoi?
B (e te l'ho bell'è detto): no...e son sempre al mare....
mr X: eheh invece voi a godervela al Curma eh?
B (ma che lingua parla): eh? 
mr X: eh dai al Curma....
B mi guarda implorante aiuto ma onestamente non saprei come darglielo...quasi in coro...
B e K (ma ikkè dice?!?!): no no siamo in un b&b...questo posto non si conosce...
mr X: ma come no dai? A me lo potete dire....
B e K (sì ma cosa!?!?): .......
mr X: il Curma!! Il Courmayer.....
B e K (ohiohi...): ahhhh...
E le parole non riescono più ad uscire se non i saluti e poi.....di nuovo da soli...
B: io non ho parole....altro che settimo questo l'è anche ottavo, nono e decimo...
K (in apnea da risate): quando l'ho visto uncivolevo credere, all'inizio ho detto "o dove l'ho visto" poi quando ho realizzato....ho pensato...
B: t'hai anche pensato!?!?
K: bada gli autori che regalo....
B: dico io un basta ritrovarmelo tutti gli anni a Follonica, no....uno viene qui a "riossigenarsi" e te tu me lo fai trovare anche qui....
K: sarà colpa mia...
B: ma poi non uno a caso....il più simpatico....uh proprio da dirgli "uhhhh che risate"....
K: se tu voi lo rincorro gli chiedo se si va a cena insieme al Curma.....
B: 'ccahare, te lui e il Curma.....

Mi pareva il modo giusto per fargli auguri....estemporanei....proprio come lui....in parte come me, d'altra parte "tra fratelli".....
AUGURI BOLLINS....