lunedì 27 giugno 2016

Svolte....lenzuolate..


Kiave di lettura n° 189
Leggo il titolo riguardante Papa Francesco e sembra una clamorosa apertura di quelle da far tremare i polsi e magari dire "l'era l'ora".
Poi leggo le dichiarazioni e si parla di "la Chiesa dovrebbe chiedere scusa". Dovrebbe? La Chiesa? E lui chi l'è?
Ma dire "come rappresentante massimo della Chiesa chiedo umilmente scusa" faceva schifo? Unn'era più chiaro? Già...forse troppo.
Continuo a leggere l'articolo e trovo "Si può condannare, ma non per motivi ideologici ma di comportamento politico, una certa manifestazione offensiva per gli altri. Ma sono cose che non c’entrano col problema: il problema è che una persona in quella condizione che cerca Dio chi siamo noi per giudicarla?". Ah ok. Ricapitolando quindi: se stanno nel loro, se non offendono gli altri (in che modo? facendo cosa? chi giudica il limite? siamo punto ed a capo..), se cercano Dio.....allora il buon lenzuolato si sbilancia dicendo che non devono essere giudicati. Oh, vedi, apertura clamorosa propria, svolta epocale.
Ma solo a me quel "una persona in quella condizione che cerca Dio" sembra clamorosamente simile al "io razzista? No, figurarsi ho tanti amici gay e se stanno nel loro...." oppure peggio "bisogna volergli bene come se fossero normali" ?

giovedì 23 giugno 2016

Contrario.....?


E bravo il "sindaho nardellaho" che è contrario all'apertura del McDonald's in piazza del Duomo, impegno e posizione netta, ampiamente condivisibile.
Ora però apriamo una "caccia comune" a tutti quegli amministratori che non fanno altrettanto, nell'ottica della "coerenza della battaglia contro i fast food per la tutela della tradizione e l'identità" fiorentina
Per questo, spero di fargli cosa gradita segnalandogli subito il primo caso:

lunedì 20 giugno 2016

Voti ed analisi

I risultati delle elezioni amministrative di ieri, hanno come ogni volta un appendice di commenti, analisi e relative teorie su tutte le rete, in tutti i siti per le quali ogni volta di più provo quasi allergia e che riesco a sopportare sempre meno. Poi però anche io cado nella "trappola" e mi sento di dire la mia su quanto emerso ieri dai risultati del voto. La prima cosa importante da sottolineare, "ALMENO CREDO" lo sia, è che sono votazioni locali appunto e come tali dovrebbero essere esaminate. Non credo al voto da analisi nazionale, non erano votazioni di quel tipo e nemmeno votazioni europee che in qualche modo possono essere assimilabili visto che "chiamano alle urne" comunque tutti gli "aventi diritto". Erano e riguardavano realtà diverse ed ognuna specifica per mille differenti aspetti che dovrebbero contare ognuna per sè, anche perchè in molte realtà i dati che emergono vanno in direzione diversa. C'è chi viene confermato (Zedda, De Magistris, Merola), chi viene sostituito (Fassino --> Appendino, DiPiazza --> Cosolini), chi non viene sostituito perchè non si è nemmeno ripresentato (Raggi --> Marino) chi vince dove aveva vinto il suo predecessore della (più o meno) stessa area politica (Sala). E tutto questo fermandosi alle sette città capoluogo di regione che andavano al voto. Credo che possa essere fatta dai partiti/movimenti sul territorio un'analisi importante e chiara su come su quel territorio sta andando la propria realtà e qualcuno credo debba e possa essere meno contento di altri, nonostante la caccia al "sì però, rispetto alle votazioni del...." (l'arguta penna di punta dell'Unità (sigh) ha ad esempio durato qualche minuto ad assegnare tre sindaci al PD in questi ballottaggi, una volta indicato "guarda sono Bologna e Milano" ha candidamente risposto "e va bene, due o tre...più o meno" "magari contava Trieste che però va al centrodestra..." "no, no Trieste è Austria, non conta")
Il partito del presidente del consiglio non credo proprio possa gioire, per usare un eufemismo, anzi. Così come faceva del 42% alle europee un fiore all'occhiello, credo che questa tornata elettorale segni una clamorosa sconfitta con relativa e necessaria riflessione su cosa il suo partito sia nelle città in cui si è votato. Giachetti cercava l'impossibile visto l'andamento del PD romano dell'ultima amministrazione e che non avrebbe passato l'ostacolo lo sapeva....anche Benigni....molti anni fa, ha superato il primo turno con poco scarto ed al secondo è stato doppiato. A Napoli, dove un esponente PD locale (di cui colpevolmente ignoro il nome...) nell'analisi dei primi dati del voto di quindici giorni fa dichiarava "non so se il PD andrà al ballottaggio ma quel che emerge chiaro è il fallimento di De Magistris perchè non eletto al primo turno" (confermata ieri sera dalla brillante analisi (brillantissima) della sempre penna di punta dell'Unità (sigh) che commentava "in fondo il 70% dei napoletani non ha voluto De Magistris"), la candidata Valente non ha raggiunto neanche il ballottaggio. Trieste non è stata confermata, persa per mano del centrodestra. Ma la sconfitta più dolorosa, inaspettata per la segreteria regionale e nazionale del partito, è quella che vede l'ex leader/segretario Fassino battuto con una decina di punti di distacco dalla candidata cinque stelle. Conferme invece per Merola a Bologna, per Milano che passa dall'arancione Pisapia a mister Expo Sala che ha vinto di un'incollatura sul gemello diverso Parisi (notare le differenze tra i due era davvero roba da lanternino...) ed infine per Cagliari con l'arancione Zedda, dal PD appoggiato. Questo per le sole città più grandi, altre realtà più piccole portano a poche sorprese positive (la più importante Varese) e molte negative (il risultato toscano in generale e di Sesto Fiorentino nello specifico dove il partito si era speso ad alti livelli per il candidato che non ha superato il ballottaggio).
Non credo se ne possa dedurre un dato nazionale, ma credo la botta sia arrivata bella pesante. Come persona per Giachetti un po' dispiace, ma onestamente aveva un'impresa davanti. Gli fa onore il discorso di ieri sera e la telefonata immediata alla Raggi di augurio, un po' meno il balletto sul doppio incarico (deputato e candidato) e certi toni del suo partito durante l'ultima fase del ballottaggio, cosa però abbastanza comune a tutti i concorrenti, va riconosciuto. Per Fassino onestamente non dispiace nemmeno tanto, non tanto per la doppia (comunque divertente) profezia/previsione/consiglio a Grillo ("Grillo fondi un partito e vediamo quanti voti prende") o alla Appendino ("diventi sindaco e poi vediamo") ma per quel livello di strafottenza mostrato sempre (vedi risposte maleducate ed accusatorie ai ragazzi delle agende rosse che gli chiedevano conto (a lui in quel momento segretario del partito) delle frasi di Violante in Senato), e soprattutto per una storia ormai impolverata e che negli anni si è arricchita di più ombre che luci. Sono onestamente molto contento per De Magistris e non mi dispiace la conferma di Zedda che segnala che forse quell'ondata arancione è stata sfruttata male e troppo poco. Un in bocca al lupo (crepi) però credo gli sia dovuto.
Nel centro destra la botta deve essere ancora più pesante se si festeggia per aver strappato Trieste e tre ballottaggi due dei quali ampiamente persi (Bologna e Napoli). Curioso sentir parlare Salvini di gente stanca di Renzi, quando lui non riesce a vincere da nessuna parte, ma tentare di capire il pensiero di Salvini è roba da stomaci forti. Sorvolo sul ritorno del nuovo, Mastella, a Benevento, non credo di avere un dizionario abbastanza ampio da trovare le giuste parole; tutte le volte che lo sento nominare penso alla sua amicizia con Della Valle e da "non antidellavalliano" a livello calcistico mi viene da ripensare al mio giudizio.
Al Movimento Cinque Stelle le due vittorie più importanti per dimensioni (il doppiaggio del PD nel secondo turno di Roma è "tanta roba") e significato (battere Fassino e quello che rappresenta a Torino, tra la (quasi) sorpresa generale pesa quasi più della vittoria capitale). Ma nelle altre città ha stentato a livello percentuale e nel portare i suoi candidati (molto più deboli delle vincitrici) al ballottaggio. Per questo non ci vedo un dato nazionale ma tanti dati locali, molti dei quali mostrano crepe evidenti nelle scelte e nella gestione delle segreterie PD ed alcuni importanti successi del M5S. La cosa fondamentale è che il movimento, dopo i (meritati) festeggiamenti delle due vittorie, siano consapevoli che a livello nazionale nulla è ancora fatto, tanto meno a livello locale dove il bello/brutto/difficile comincia adesso. Avranno tutti gli occhi addosso, molti poteri forti contro e non gli sarà perdonato "neanche il centesimo" (cit), ma è giusto così. Dopo il bel percorso (con meriti propri e con aiuti di chi si è fatto autogol) che le ha portate alla vittoria, adesso sarà durissima.
Ma sarà però interessante osservarle lavorare e di conseguenza valutarle. In bocca al lupo (crepi) meritatissimo soprattutto a loro.

domenica 19 giugno 2016

Un sorriso PRIDE

Kiave di lettura n° 188
Colori, sorrisi, canzoni, balli, condivisione. Difficile uscire da queste parole per descrivere la giornata di ieri. Un fiume davvero colorato e lunghissimo ha attraversato la mia splendida Firenze, partendo da piazza d'Azeglio per arrivare in piazza Indipendenza, piazze "diverse" dai soliti ritrovi ed arrivi di manifestazioni, ma anche la manifestazione di ieri lo era, una sorta di "CANZONE NUOVA"
Il primo Pride a Firenze non ha altre definizioni se non CLAMOROSO SUCCESSO. Tanta, tantissima adesione e soprattutto tanta bellissima gente che sfilava per l'orgoglio di mostrarsi e poterlo fare e per il riconoscimento di diritti e di una libertà di amare che dovrebbero sembrare banali ma che ancora non lo sono per niente. 
Ho letto stamani su vari post che quello che stupiva della manifestazione di ieri era la totale allegria nonostante si sfilasse per fare alzare una voce contro le evidenti e lampanti discriminazioni e violenze che ancora tormentano la nostra attualità, da casi più o meno isolati di discriminazioni a violenze psicologiche e fisiche, da mancati diritti ad eventi folli come vere e proprie persecuzioni per arrivare al culmine della strage di Orlando ed alle successive vergognose reazioni/mancate reazioni solo perchè l'evento riguardava un locale gay. 
A questi fatti gravissimi e vomitevoli hanno risposto ieri circa trentamila persone sfilando con bandiere, palloncini, colori, cartelloni colorati, adesivi e soprattutto infiniti e condivisi sorrisi. 
Le istituzioni presenti, le associazioni organizzatrici, le persone LGBT "sfilanti", le persone che condividevano il senso della manifestazione, i passanti che si sono uniti, le persone affacciate alle finestre che applaudivano, lo staff che seguiva il corteo con la pressione dell'organizzazione, le strade di una meravigliosa città: tutte unite e legate da un sorriso vero e sincero, unico
A non unirsi a questo gruppo i venditori ambulanti di birra ed acqua che nonostante i soldi incassati erano gli unici con visi incazzosi e stanchi e soprattutto il sindaco Nardella che ha vigliaccamente non concesso patrocinio e gonfalone della città alla manifestazione ed altrettanto vigliaccamente si è presentato alla stessa a titolo personale, visto che il ruolo istituzionale non poteva assumersi evidentemente questo "peso politico". Da fiorentino mi sono vergognato che non si ritenesse la mia città "politicamente ed istituzionalmente" presente in una giornata del genere. In altre manifestazioni sarebbe servito il cordone della polizia per farlo sfilare, ieri è stato accolto dai giusti fischi e dal giusto "ipocrita" e sommerso di ironia durante il corteo. Ma per fortuna è stato solo un pesante neo, unico perchè durante il corteo ho visto altri volti di persone note che fieramente hanno sfilato, altri sorridenti ma tesi perchè erano all'organizzazione e quindi anche preoccupati che tutto filasse come è filato, altri a tenere uno striscione che portava il nome dell'associazione dove lavoro di cui sono andato molto fiero, altri ad aprire un corteo come una delle associazioni organizzatrice dell'evento. Orgoglioso di essere lì con loro, di avere il loro stesso sorriso, PRIDE come quel corteo di questo grande pomeriggio fiorentino.

giovedì 16 giugno 2016

Partendo da un poster

Leggendo violanews i giorni scorsi, clamorosamente mi si sono aperti vecchi files. Già condivisi, in maniera diretta ed espressa o in maniera indiretta facente parte di altre storie, ma che avevano una comune etichetta, quella dell' amarcord. Così mi è venuto spontaneo vedere cosa offriva la rete legato a quel ricordo e diverse immagini, "LEGGERE COME LE CANZONI" , mi sono passate sotto gli occhi fino ad una su cui non ho potuto non soffermarmi. Apro l'immagine e la riconosco, non senza un piccolo grande brivido
Guardo il poster qui accanto e lo rivedo attaccato nel mio "abbozzo" di cameretta e il mio sguardo orgoglioso per quei tre dieci nella sua pagella. Ma soprattutto rivedo la gioia nel momento in cui mi è stato recapitato insieme a quella foto, tipica da autografo, tanto in vigore negli anni 80.
Ma senza dubbio quello che rivedo è la faccia dell' uomo coi baffi che sorridente me la consegna. A noi che non avevamo telefonini, internet, computer o altro, poster e foto dei nostri idoli erano regali da far brillare gli occhi. Ricordo lo stupore e l'abbraccio successivo per chi, non abituato a comprare settimanali sportivi o chiedere foto, si era preoccupato di cercarli e....cosa infinitamente più grande...di farli autografare da quello che era l'idolo indiscusso. Quel "graffio" di pennarello nero sulla foto e sul poster, a ripensarci, ancora lascia il segno. "A Enzo con simpatia".
E quella frase di accompagnamento dell'uomo coi baffi "hai visto, c'è anche la dedica? Tutta per te". Ed io che non sapevo come ringraziarlo, per quelle due righe e quella firma che per me erano e valevano qualcosa di inestimabile. E quella frase "Goditi il tuo idolo, resterà sempre tale....è il tuo "primo amore"...ma non ti dimenticare che la bandiera resta Antonio" tanto per sottolineare categorie, livelli e soprattutto insegnarmi il concetto di riconoscenza. Ogni volta che rivedo o sento parlare di Passarella scatta qualcosa che mi collega a quel poster, quella foto, quel doppio autografo, quel paragone sotto la neve, ma soprattutto quell'aprile con quel quel gol alla Juventus e quel vaffanculo, quella partita (la prima "da solo") con l'Udinese e quella doppietta al Pisa all'ultima giornata per poi partire per Milano per un'altra maglia nello stesso mese in cui qualcun altro faceva un viaggio ben più lungo andando molto....più su. Ogni volta inconsciamente, quasi stupidamente, Passarella richiama ricordi che sembrano lontani e nascosti e che invece sono compagni continui di viaggio e così vivi da essere tangibili. Semplicemente partendo da un poster dell'Intrepido, che penso di non aver mai comprato in vita mia, ma che rappresenta un ricordo così unico da riconoscerlo come uno "di famiglia".

lunedì 13 giugno 2016

Tra il Principe e Danielino

Kiave di lettura n° 187
Dopo la splendida domenica di qualche settimana fa, e dopo il periodo di allenamento che l'aveva preceduta per poter dire ed essere più o meno certi che "PRENDE QUOTA IL RITMO" giusto delle gambe, la costanza della corsa mi aveva un po' abbandonato. Così, recuperare passo ed andamento giusto, ha la sua difficoltà, accentuata da allergia e da un clima umido che cambia costantemente in un giugno più matto di un marzo pazzo.
Trovare il ritmo non è facile e il random aiuta un po' presentando Bon Jovi e la sua botta di adrenalina con "Livin on a prayer" che riesce a farmi attaccare nel modo giusto e mi accompagna nel tratto di rottura del fiato che è sempre uno di quelli più importanti. Affronto al meglio l'impatto e per un po' i pezzi scelti dal random mi sono amici e motivo di accompagnamento nel ritmo pur passando e scegliendo pezzi "strani" che faticavo a ricordare di avere nella musica nel cellulare (tra le quali si passa dal Bobo dagli sfondi amaranto di Madame Sitrì ai Sette sono i Re della Bandabardò).
Ne passano alcuni di pezzi, quasi inosservati forse perchè la corsa è fluida. Quando invece il momento peggiore  si avvicina, cioè quello di tenere il buon passo di partenza, arriva il Principe De Gregori con la sua Titanic che dai ritmi allegri accompagna al meglio il momento di calo di ritmo "e giragiragira l'elica e gira gira che piove e nevica" fa continuare a far girare le gambe nel modo giusto anche se rallentate.
De Gregori è uno di quei cantanti di cui ammiro testi, musica e soprattutto la capacità di essersi costruito un repertorio infinito di pezzi apprezzati, ascoltabili e che lasciano il segno, proprio come quello di cui in passato ho scritto qui. Ho il rammarico di non averlo mai visto in concerto, credo che il suo stile ed i suoi pezzi mi regalerebbero grandi emozioni e sicuramente sarebbe uno di quei concerti da conservare impressi nella memoria. La poesia che regala nei suoi pezzi, declinata ogni volta diversamente ma ogni volta nel modo giusto, è un piacere per gli orecchi e per la sensazione di coinvolgimento che trasmette, dalla compostezza quasi istituzionale di certi pezzi ai ritmi più "divertiti" come quello in questione (accentuato nella versione live che ho scelto) in base agli argomenti dei suoi pezzi, 
E come in un naturale passaggio di testimone arriva un altro pezzo da novanta, di quelli molto presenti nel mio Katalogo reparto cd e di quelli che a proposito di pezzi da applausi e di pezzi che lasciano il segno è secondo solo al mio Poeta. Parte uno dei pezzi più apprezzati, di quelli che lasciano il segno per bellezza e per intensità e di cui ho già scritto. Daniele in questo pezzo ha la potenza e la grazia di chi riesce a dipingere nel migliore dei modi una stella nella sua lucentezza, un quadro nella sua bellezza, un sogno nelle sue sfumature.
A differenza di De Gregori, Danielino ho avuto modo di vederlo spesso dal vivo, come testimonia il katalogo sezione biglietti d'ingresso, compreso puntate indimenticabili anche fuori confine che sono state il prosieguo di un percorso iniziato molti anni fa, come testimonia la memoria preblog (a cui ho attinto per cercare il pezzo live) che corre da una serie di grandi concerti nelle varie province toscane a quelli inaspettati e unicamente speciali fuori regione. Questo pezzo proprio durante il tratto più duro da affrontare lascia un po' il fiato corto, non essendo la migliore canzone possibile per tenere o aumentare il ritmo, ma per una canzone del genere si fa un'eccezione ben gradita. 
Il ritmo diminuisce come lo stile dei pezzi che dopo aver toccato vette altissime tornano su standard più "normali" (tra gli altri si passa dal Sabato di Lorenzo al negozio di antiquariato di Fabi) ed accompagnano gli ultimi sforzi e gli ultimi km, l'arrivo del Poeta con "certe notti" non è tempestivo per l'ultimo sforzo, ormai il fiato è finito e le gambe reclamano lo stop. Fermo il compagno di viaggio che di nome fa random e salvo la sessione di oggi. Il tempo non è da Deejayten, i 10 km infatti sono solo avvicinati ma non realizzati, ma per riprendere passo e ritmo ci si può stare. In qualche modo le gambe sono ripartite, adesso basta non fermarle di nuovo. Alla prossima, scarpe da corsa. Alla prossima, random.

giovedì 9 giugno 2016

Speranze


Finalmente! Per una volta un deputato PD, per di più ultra-renziano come Richetti, dice una cosa chiara, condivisibile e perlopiù quasi da applausi.

domenica 5 giugno 2016

Tra potere e segreti

Kiave di lettura n° 186

Un libro che esce dalle ultime tipologie descritte ed aggiunte nella mia libreria, che lascia da una parte gialli, romanzi, racconti e saggi e si butta su un'inchiesta giornalistica e sulla forza di rivelazioni non emerse e ben nascoste.
MARCO LILLO - "Il potere dei segreti" - PaperFirst
La scelta è stata abbastanza pilotata dal mio quotidiano acquisto del Fatto Quotidiano e con la passione relativa che si è consolidata per i "fatti". Come scritto per fatti più tristi per Emiliano Liuzzi, l'autore del libro è uno di quelli che numero dopo numero del FQ ho imparato a conoscere ed apprezzare, per la sua capacità di scrittura e di indagine ma anche per la dote notevole di riuscire a far capire realtà intricate, rapporti ben nascosti e trame che meno emergono e meglio è per i protagonisti degli stessi.
Nel libro in questione, sin dalla premessa, emerge chiara l'interpretazione di giornalismo che accompagna Lillo (e il Fatto Quotidiano) e la voglia/obiettivo di fondo del suo lavoro che è quello di raccontare i fatti, così come sono, ricostruendoli e portandoli alla lettura dei lettori. Senza pareri personali o soggettivi ma raccontando e riportando il contesto e facendo emergere eventuali elementi nascosti ai più. Si parte dalle intercettazioni che Lillo riporta, effettuate nell'ambito di inchieste della procura di Reggio Calabria, riguardanti le indagini sul vecchio tesoriere della Lega Nord Belsito ed i suoi possibili contatti con legali vicini alle cosche calabresi. Ma quello che emerge dalle intercettazioni riguarda ben altre persone, che per motivi diversi vengono in contatto con persone intercettate in quell'ambito. Da Berlusconi a Malagò, da Maroni agli ad di Impregilo, da Tosi a Mastropasqua. Ben inteso non emergono fatti penalmente rilevanti, ma fatti da valutare sicuramente si. Ne emerge un quadro di rapporti e di legami basati sul tipico vezzo italiano del "conosco uno che potrebbe...." della segnalazione, dell'aiutino e del passare davanti agli altri come in un coda alle poste. "CON LA SCUSA DEL" volevo notizie, imprenditori ed amministratori delegati arrivano a chiedere a segreterie di partiti e di Ministeri ed ottenere notizie su percorsi di legge utili per ricevere o meno penali (vedi Impregilo e Ponte sullo Stretto), candidati alla presidenza del CONI che cercano i voti attraverso i contatti di segreterie politiche (vedi Malagò e Lega), dossier scandalistici minacciati per tenere buoni possibili candidati scomodi (vedi Tosi ed i suoi avversari interni e non solo), proprietari di giornali e leader di forze politiche minacciano metodi di "sputtanamento mediatico" a leader di partiti politici che non vogliono seguire la sua linea (vedi Berlusconi/Lega). E' allarmante ed avvilente vedere "descritta" e raccontata in questo libro parte della classe imprenditoriale/politica che si allinea all'abitudine italica suddetta: favori chiesti e minacciati, baratti personali sulla pelle di decisioni politiche, decisioni ispirate da conoscenze di tizio piuttosto che di caio invece che degli argomenti a cui le stesse decisioni sono legate. Talmente avvilente che mi sono chiesto, ma come fanno gli interessati a non provare vergogna (lo so, lo so...sono un sognatore!)? Infatti nel giorno di qualche giorno è arrivata la notizia della richiesta di rendere offlimits la Rai allo stesso autore del libro, richiesta non arrivata per vie traverse ma su carta intestata della Regione. Altro che vergogna....
E per chi può pensare che siano cose vecchie ed ora "inutili", rispondo con le parole di Marco Lillo, ovviamente non per dire che tutto è legato a certi episodi, ma per far capire quanto possono contribuire a realizzare: "l'acccordo tra Forza Italia e Roberto Maroni è un sentiero strettissimo mantenuto in vita proprio da lei: Isabella Votino.....se Isabella Votino non fosse riuscita a convincere Maroni ad accettare l'accordo con Berlusconi, Bersani avrebbe avuto i numeri in entrambi i rami del Parlamento per governare l'Italia....il Cavaliere sarebbe stato fatto fuori dai giochi. Niente accordo per il Napolitano bis, niente pazzo del Nazareno con l'attuale premier, niente attuale premier"
BIGNAMI: libro che nonostante tocchi argomenti non "facili" o scorrevoli, riesce a farsi leggere bene e rapidamente. Lo consiglio per non abbassare una guardia che troppo spesso siamo tentati di togliere con la frase "non ci sono più speranze"...questo libro non ne dà molte, ma apre gli occhi su scenari non così spesso raccontati e mostrati.