mercoledì 21 giugno 2017

Auguri Balordi

Proprio nel giorno in cui l' "ASPETTANDO L'ESTATE" diventa "oh ecco è arrivata" , arriva anche la sua giornata. Quella in cui fargli gli auguri, quella in cui sorridere per i ricordi recenti e meno recenti e quella che ti riporta in testa alcune righe scritte un po' di tempo fa:

"...sono sicuro che l'idea di starmi vicino e non farmi di nuovo andare fuori strada abbia contribuito a motivare il loro viaggio, lungo soprattutto per il Rigio - che di strada dalla Maremma ne farà di più - ormai noto come il balordo della palude, conosciuto di rimbalzo dopo Fabry, è ora diventato uno di quelli di cui non faresti più a meno da quanto lo senti "parte di te"..." 

(tratto da Sogni di Tricolor Settima Giornata "E dalla nebbia sbuco io..")

Quel Rigio del libro ha quasi il suo nome, così come il Riko del mio Poeta, così come quel GhigioSkio che ormai è diventato motto e prassi. Quel quasi scompare quando invece la definizione diventa Balordo, perchè tale è e lì non ci sono dubbi o "quasi" che tengano. Ma un essere balordo di quelli che ti "segnano"  e diventano parte del tuo patrimonio, anche nelle cose più piccole e non solo nelle trasferte a lunga distanza pre o post Brennero, pre o post Capitale, pre o post Madunina. Bastano due paia di occhiali scuri, un angolo assolato di Via Baracca, un "barco" preso d'assalto e tante parole cuore in mano con la scusa di un libro dalla copertina rossa. Quelle parole, come altre tra una balaustra di uno stadio e le gradinate di un campetto di periferia, sono talmente "balorde" da non poter non tornare a galla prepotenti proprio oggi. Ed allora, che Auguri Balordi siano.

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